Leggendo le lodi di Lynn Morris, Sammy Shelor e Jason Carter, riportate nelle note di copertina, si rimane stupiti dalla stima che questi affermati professionisti provano per questo musicista ancora non molto famoso ma, ascoltando questo suo lavoro solista ci si rende conto di trovarsi di fronte ad un incredibile talento e che tanti e tali elogi sono totalmente giustificati.
Ron Stewart, classe ’68, fa parte di quella schiera di ex bambini prodigio che hanno cominciato la carriera di musicisti fin dalla tenera età. La sua prima incisione ufficiale risale infatti al 1978 in compagnia del mitico Lester Flatt. A differenza di alcuni suoi più blasonati colleghi, ha dovuto però sudarsi quel poco di notorietà attraverso anni di gavetta, finché nel 2000 la IBMA lo ha riconosciuto ‘Fiddle Player of the Year’.
Attualmente violinista e banjoista nella band di Lynn Morris, in questo disco Stewart si dimostra musicista completo accollandosi anche le parti di chitarra solista, con risultati che stupirebbero anche il più consumato dei flatpickers, ed addirittura suonando tutti gli strumenti in Riding The Saranac.
Dotato di una potente voce baritonale, più adatta forse ad una band di southern rock che in un contesto bluegrass, il nostro ci consegna un disco d’altri tempi dove si respira un’atmosfera gioviale sottolineata anche dall’ingenuità delle liriche tipica delle canzoni dei suoi eroi di gioventù Flatt & Scruggs ed in generale del bluegrass di quel periodo.
Freschezza di idee e buon gusto non mancano e nemmeno i bravi musicisti. Lo affiancano infatti amici come Rob Ickes e Wayne Taylor dei Blue Highway, Sammy Shelor della Lonesome River Band e Dudley Connell dei Seldom Scene.
Un disco di quelli che sarebbero piaciuti anche al grande Bill Monroe, divertente e con tanti assoli, proprio come tradizione comanda.
Rounder 82161- 0479-2 (Bluegrass Tradizionale, 2001)
Fabrizio Inzoli, fonte Country Store n. 61, 2002