Chris Gaffney - Loser's Paradise cover album

Non lasciatevi fuorviare dalla povertà della veste grafica, il contenuto è un’altra cosa. In Loser’s Paradise (Hightone HCD 8060), registrato ad Austin nel Febbraio di quest’anno, ci troviamo di fronte ad una produzione impeccabile anche dal punto di vista grafico oltre che musicale. Un ulteriore salto di qualità ingigantito dall’impressionante bellezza dei brani proposti e dalle atmosfere create con l’ausilio di un Dave Alvin semplicemente magico nell’assemblare questo lavoro. Chris, accordion e piano, è accompagnato dal chitarrista dei suoi Cold Hard Facts, Danny Ott, mentre la sezione ritmica è texana, Donald Lindley e Sarah Brown. Gli ospiti, innumerevoli, li citiamo di volta in volta. Apre con la ballad di Tom Russell The Eyes Of Roberto Duran. Drammatica e toccante storia sul mondo della boxe dove il guitar sound acustico ha per sottofondo l’hammond di Ian McLagan e l’accordion.

E’ il brano più immediato e d’effetto tra le covers ma anche i due pezzi di Dave Alvin, East Of Houston, West Of Baton Rouge, Louisiana cajun-rock dalle influenze border e tex-mex con Ponty Bone, accordion, e Gene Elders, violino, ad imperversare, la seconda voce è ancora Jim Lauderdale, e Help You Dream, romantica country-song con uno splendido Scott Walls alla pedal steel, si fanno apprezzare per l’interpretazione della calda e vissuta voce di Gaffney. Lo stesso avviene per due vecchi brani: See The Big Man Cry, dal repertorio di Charlie Louvin, immortale song di grande atmosfera con un centrato McLagan all’organo, e Sugar Bee, affascinante blues con l’accordion in evidenza, Gaffney e Ponty Bone si dividono gli assoli, e Cowboy & Girls, celebre successo soft-soul degli Intruders, splendido il suo soul-duet con Lucinda Williams.

Il Gaffney autore è altrettanto eterogeneo ed ispirato: Loser’s Paradise, veloce country-song che riassume la filosofia di Chris – “tutti sono vincitori nel paradiso dei perdenti” – con pedal-steel e violino in primo piano e la voce dell’emergente Dale Watson a sostegno, l’acustica e sentita The Man Of Somebody’s Dreams, grande ballata con la bella voce di Rosie Flores. Come non citare So Far From God, country-rock con accordion e l’armonica di Ted Roddy in evidenza, la border-song Azulito, l’interpretazione di Chris, parte in inglese parte in spagnolo, è inarrivabile per intensità emotiva e il banjo sesto di Bradley Williams ci proietta molto più a sud di San Diego, Glasshouse, ancora romantico country con pedal-steel e la voce di Gaffney struggenti sino a far male.
Con un album di questa caratura e forza, Chris Gaffney, già molto amato dalla critica e dai musicisti, dovrebbe uscire dallo stato di musicista culto per arrivare ad un pubblico più vasto. La meritata copertina di Out Of Time, visto i precedenti, potrebbe aiutarlo.
Per quel che conta, noi siamo dalla parte del ‘cantore dei perdenti’. Come arrivare a questo ‘paradiso’? “Prendete la strada sbagliata, andate diritti e salite sul tram chiamato desiderio, portate il bicchiere vuoto ed il cuore infranto…”
Ah, non dimenticate l’american-dream!

Hightone HCD 8062 (Singer Songwriter, 1995)

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