Come i tatuaggi multicolori che le decorano le braccia, i brani di Cathy Rivers rappresentano immagini e situazioni che hanno popolato e tutt’ora popolano la sua vita.
Nativa del grande sudovest, Cathy Rivers ha eletto la capitale dell’Arizona a sua dimora e da qui ha iniziato a mettere in pratica in prima persona tutta l’esperienza accumulata seguendo e producendo vari gruppi locali.
Il suo debutto da solista si intitola Bleached, che significa ‘sbiancato dal sole’, proprio come i teschi e le ossa che spesso facevano bella mostra di sé in tante pellicole western della nostra infanzia/gioventù. Come quelle ossa, le canzoni di Cathy sono arroventate dal sole del deserto, battute dallo stesso vento e coperte dalla stessa sabbia impietosa, arse dallo stesso calore, ma tanto vere e reali da sembrare cosa nostra.
Tutti i brani escono completamente dalla sua penna, ad eccezione di una collaborazione con Teddy Morgan nella stesura di Rain Song, grande ballata elettroacustica con forti connotazioni roots ed una cover di You Break My Heart Every Time, scritta dal solito Morgan, leader del gruppo Teddy Morgan & The Pistolas, titolare di una mezza dozzina di albums e produttore per l’occasione.
Il sound che caratterizza questa interessante e stimolante proposta in bilico fra roots-rock e country è estremamente accattivante: ascoltate il lavoro alla solista elettrica del solito Morgan nella succitata Rain Song e capirate ciò che intendo, ma cerchiamo di andare con ordine.
L’album si apre con Fast Girl, voce strascicata (ricorda un poco Lucinda Williams) e profondamente ‘sudista’ appaiata ad una chitarra acustica dal suono caratteristicamente ribelle ed autosufficiente. Entra poi la solita chitarra elettrica del solito Teddy Morgan (presente con l’altra Pistolas Jon Penner al basso) ed il brano decolla, anche per merito del grande lavoro di Richard Medek alla batteria.
Arms Of Mexico è minimalista e tesa, essenziale e tagliente, che nulla lascia all’immaginazione. Le immagini dell’amato barrio lasciano il posto ai paesaggi più propriamente messicani e la musica si addolcisce ulteriormente, grazie anche alla steel di Eric Haywood: grande song.
Con What’s Her Name finalmente anche Cathy imbraccia la chitarra ed i risultati non si fanno aspettare. Pathos a non finire, voce appena sussurrata ed atmosfere impalpabili ci portano per mano attraverso misteriosi territori sonori.
Di Rain Song abbiamo già ampiamente disquisito quindi passiamo all’arrabbiatissima Twister, che cede a sua volta il passo ad un’altra ampia e maestosa ballata intitolata Martyr. Incedere sontuoso e maestoso, un tappeto chitarristico sul quale Cathy distende la sua voce sicura e personale, fino ad ottenere un’amalgama di grande effetto.
Nobody’s Baby si fa amare fin dai primi ascolti, anche per quella dolcezza ribelle che la pervade, mentre Shotgun Romance riprende le caratteristiche del songwriting strascicato a noi ben noto. Il sound è vagamente bluesato, con qualche curiosa concessione a certe sonorità fiatistiche.
Riprendiamo You Break My Heart Every Time non solo perché è davvero una bella canzone, ma anche per segnalare la presenza alla voce di Troy Olsen, newcomer della corrente dei new-traditionalists, conterraneo di Cathy Rivers e titolare di Living In Your World, album solista di tutto rispetto, dove Cathy Rivers compare fra i thank-you credits.
Il disco si chiude con Fate Walks In The Room, ballata nervosamente acustica che vede anche la partecipazione dell’accordion in mano a Gary Mackender. Un grande disco, di quelli che vale la pena penare un po’ per procurarsi.
Horsethief (Singer Songwriter, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 72, 2004