Avevamo cominciato a sentir parlare dei Red Dirt Rangers nel 1997, in occasione del loro debutto (Oklahoma Territory), seguito a distanza di due anni dall’altrettanto valido Rangers Command. Dopo altri tre anni è ora la volta di questo fresco e pimpante Starin’ Down The Sun, gradevole esempio di Red Dirt Rock, una sorta di roots-rock ubicato prevalentemente nella fascia di confine fra Texas ed Oklahoma, patria dei vari Jason Boland & the Stragglers, Bob Childers & Soci.
L’attuale formazione dei Red Dirt Rangers comprende Brad Piccolo (chitarre e voce), Ben Han (chitarra solista e voce), John Cooper (mandolino, percussioni e voce) e Bob Wiles (basso e voce), assistiti per l’occasione da Jim Karstein (batteria e percussioni) e Rocky Frisco (piano).
Appaiono poi a diverso titolo Corey Mauser, Byron Berline, John Hickman, Terry Buffalo Ware, Dwight Twilley, John Wooley, Lee Nortfleet, Steve Ripley e lo stesso Bob Childers.
Il sound che ci viene proposto è una gradevole miscela di elettro-acustico, come ben evidenzia il drive vincente di Kite Fliers (buono il lavoro di Han alla chitarra solista), anche se già dalla iniziale We Don’t Have To Say Goodbye l’adrenalina aveva preso a scorrere veloce, grazie agli evidenti riferimenti al sound caratteristico di bands quali Sir Douglas Quintet e Texas Tornados.
What’s The Chance e Leave This World A Bettert Place rallentano un poco il feeling, ma già Good Morning Maryanne risolleva le sorti, con il suo messaggio disimpegnato, appena reggaeato e con un… orecchio a certe sonorità care ai Fab Four.
Time Ain’t Nothing ci riavvicina al border, anche se restiamo comunque al di qua del confine, saldamente ancorati in territorio USA; il pezzo comunque ha il tiro giusto e gli impasti vocal-chitarristici sono (con)vincenti. Angelina segue la stessa pista polverosa, addentrandosi questa volta a sud, fra cactus e calore torrido. Song fortemente evocativa anche grazie al sapiente uso delle percussioni e della chitarra.
Don’t Forget About Love sa ancora di Texas Tornados, Come On Down, profuma di suoni tradizionali, il title-track ha il passo delle ballate epiche (Bob Childers è co-autore) ed il connubio elettrico-acustico è ancora al top. Dwight Twilley’s Garage Sale ha il vago sapore degli anni ’60, Elvis Loved His Mama è l’ennesimo tributo al re del R&R, anche se il clima è quanto mai scanzonato, per finire con Each Step You Take, introdotta dalle risate sgangherate dei nostri eroi e da un fiddle ammiccante: forti accenti di N.G.D.B. accompagnano l’entrata della voce solista, adagiata su di un banjo molto agreste. Disco molto interessante, con alcuni brani eccellenti ed altri che restano comunque godibilissimi.
Red Dirt Rangers (Alternative Country, 2002)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 66, 2003
Ascolta l’album ora