Pare sia veramente il momento della Country Music. Dopo il meritato successo della Prima Convention Di Old Time Music E Bluegrass del maggio 1982 al Ponderosa Ranch di Tradate, sintomo della crescente popolaritá di questo genere musicale, anche i discografici sembrano intenzionati a sfruttare il momento propizio.
Un’iniziativa lodevole quindi quella della RCA che pubblica una collana di sei album a carattere antologico dedicati ai vari filoni della musica country (Country Hits, Old Time Music, Bluegrass, Country Fame, The Outlaws, Honky Tonky Heroes).
Il volume in questione, Bluegrass, si presenta con una veste grafica attraente; suggestiva foto di fronte che evoca alcuni luoghi comuni da tipica ‘bluegrass song’ e un’esauriente presentazione a tergo.
Bill Monroe, l’acclamato padre spirituale del bluegrass, e i suoi Blue Grass Boys sono rappresentati da quattro brani che per piú di un motivo sono da considerare unici. Cryin’ Holy Unto My Lord e Muleskinner Blues furono registrati in una camera dell’hotel Kynball di Atlanta, Georgia, il 7 ottobre 1940: quest’ultimo, per molti il primo brano bluegrass mai inciso, vede un’insolita e unica apparizione di Monroe alla chitarra, accompagnato da Clyde Moody al mandolino, Tommy Magness al fiddle e Bill Westbrook al contrabbasso.
Stessa formazione per Cryin’ Holy Unto My Lord, salvo scambio di strumenti tra Monroe e Moody; da ricordare inoltre che queste due incisioni sono le prime in cui appare il nome ‘Blue Grass Boys’.
Shake My Mother’s Hand For Me e In The Pines si giovano dell’apporto, oltre che di Monroe al mandolino, di Pet Lyle alla chitarra, Art Wooten al fiddle e ancora Bill Westbrook al contrabbasso; le registrazioni sono del 2 ottobre 1941 sempre al Kynball Hotel.
In tutte queste esecuzioni è evidente come Monroe sia ancora alla ricerca di uno stile piú definito: assente del tutto il banjo, la chitarra e in parte la voce risentono ancora sensibilmente degli schemi caratteristici dell’otm, conferendo alle presenti incisioni un seducente fascino collezionistico.
Chalk Up Another One, 20-20 Vision, e Save It! Save It! sono invece presentate da Jimmy Martin e The Osborne Brothers, Sonny al banjo e Bobby al mandolino. La voce ‘lead’ di Martin, qui ancora all’apice della sua maturitá espressiva e l’incredibile ‘tenor’ di Bobby, sorrette dal potente ‘baritone’ di Sonny, si fondono perfettamente nelle armonie di un genere musicale qui ormai acquisito.
Anche i Lonesome Pine Fiddlers, gruppo ingiustamente misconosciuto dei primi tempi, si lasciano ascoltare in No Curb Service e Windy Mountain. Nelle loro file hanno militato personaggi di grande rilievo, quali i fratelli Charlie e Curly Ray Cline, fiddler entrambi, il primo a lungo nei Blue Grass Boys, il secondo tuttora a fianco di Ralph Stanley; Melvin Goins, fondatore dei celebri Goins Brothers, Jimmy Martin a gli stessi Osborne Brothers.
Si deve in parte a loro la grande popolaritá del bluegrass oggi, nonostante non siano da ascrivere tra i gruppi cosidetti ‘storici’. Anche le incisioni dei L.P.F. come quelle di Jimmy Martin sono attualmente fuori stampa.
Gli ultimi cinque brani sono affidati all’esecuzione di Lester Flatt e i Nashville Grass. In due di essi, Will You Be Loving Another Man e Blue Moon Of Kentucky, è presente Bill Monroe ed è una delle rarissime incisioni fuori etichetta di ‘Big Mon’ (ne esistono altre due).
Le due song succitate provengono, insieme a Salty Dog Blues e Foggy Mountain Breakdown dall’album Lester Flatt Live – Bluegrass Festival (RCA Victor APL 1-0588) del 1974, ancora in stampa.
La voce morbida e profonda di Flatt è ancora inconfondibile e ben modulata soprattutto nelle tonalitá piú basse: il missaggio delle parti strumentali lascia un pó a desiderare ma è ampiamente compensato dal vigore e dalla immediatezza dell’esecuzione ‘live’.
Un’antologia quindi che unisce a indiscussi contenuti artistici un notevole valore collezionistico e rappresenta un’iniziativa encomiabile e da sostenere, nel quadro di un sempre piú diffuso interesse per la musica tradizionale nordamericana.
RCA NL 45107 (Bluegrass Tradizionale, 1982)
Martino Coppo, fonte Hi, Folks! n. 2, 1983