Questo cantautore residente a San Antonio ha un tardivo quanto positivo esordio con lo splendido Full Moon Night. Collaudati da centinaia di concerti live, da solo o con il gruppo, nei locali della Rio Grande Valley e del Texas in generale, la musica e le canzoni di Winningham ben rappresentano il versatile stile di un musicista innamorato della musica texana in ogni sua forma. Chiamato ad Austin dal celebre bassista Bob Livingston, che gli aveva promesso di aiutarlo a registrare le sue canzoni, J.D. conosce e stupisce il producer Lloyd Maines. Il mago dell’Austin-country scene e country-producer per eccellenza decide di produrre il suo album e compie l’ennesima magia. Il risultato è una band di gran classe da affiancare a un autore intelligente ed eclettico, ad un interprete sensibile ed ispirato.
Con side-men del calibro dello stesso Maines, strumenti a corda e pedal steel, Bob Livingston, basso, P. Pearcy, batteria, Riley Osbourn, tastiere, e G. Elders, violino, Winningham realizza un piccolo gioiello country dove ogni brano ha sapide e gradevoli reminiscenze honky tonk, swing, folk, boogie, zydeco e bluesy. Inizia con una song degna di Guy Clark, Tears Of Hope, si permette di fare il verso a band come gli Asleep At The Wheel, canta ballads da brivido, Way Back Home.
Ci invita a ballare con Little Lillie, zydeco-boogie woogie con una sua bella performance all’armonica, canta, solitario, un blues strappa lacrime, nascosti solo dal cappello da cowboy; è stupefacente la ricchezza della sua scrittura che spazia tra i generi più diversi della musica texana senza una sola sbavatura.
Quando Stone Pony, la classica midtempo country-ballads memorabile e senza tempo, chiude l’album, dopo un degno finale della chitarra di John Inmon, ci rendiamo conto del valore di un’attesa lunga 15 anni.
Full Moon FMR 0827 (Alternative Country, Singer Songwriter, 1997)
Luigi Busato, fonte Out Of Time n. 24, 1997