Ebbene sì: esistono ancora menestrelli strenuamente sognatori e così caparbiamente legati alla forma espressiva artistica acustica che, ancora alle soglie del fatidico anno 2000, insistono con – delicatissime – proposte intimiste e diametralmente opposte a tutto quanto fa tendenza (leggi classifiche).
Chip Taylor rientra indiscutìbilmente in questa categoria e ce lo vuole chiarire al di là di ogni possibile dubbio con un album interamente acustico (stile ‘me & my guitar’), dove l’aiuto che è disposto ad accettare è circoscritto ai fidi David Mansfield e Jon Sholle. Anche il booklett (leggi: foglietto) è quanto mai spartano e possiamo solo dire che l’album è datato 1997, a breve distanza quindi dal suo comeback Hit Me.
Le dodici tracce sono tutte fortemente autobiografiche, con frequenti riferimenti alle situazioni che ha vissuto con gioia e con dolore, alle persone che, in un modo o nell’altro, si sono ritagliate un posto nel suo vissuto e che fanno quindi parte del suo essere. Come la donna della quale racconta in The Hell With Her, che tanto lo ha fatto soffrire. Come la nonna ricoverata in ospedale a seguito di una serie di tre attacchi cardiaci, ma che non ha perso il suo smalto. Come tutti gli eroi ‘controcorrente’ che preferiscono mantenersi fedeli ai propri ideali, piuttosto che scendere a compromessi con sé stessi, senza bisogno di immolarsi su di un’ara sacrificale, ma semplicemente restando coerenti con i propri principi.
Album non certo commerciale, diffìcile che qualche star riesca a pescare qui il suo prossimo hit. Possibile invece che qualche animo sensibile vi trovi conforto. Disco da centellinare come un whisky sapientemente invecchiato.
Gadfly 223 (Singer Songwriter, 1997)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 42, 1998