Trasferitasi a Nashville, questa cantante ed autrice texana, popolarissima tra i cultori del rockabilly, del country e della roots-music in genere, firma per la Eminent, label che sembra fatta apposta per personaggi della sua dimensione, il suo settimo album. In questa produzione, da lei stessa curata con il chitarrista Rick Vito (J. Browne, B. Raitt…), Rosie Flores realizza il suo lavoro più ambizioso, sofisticato e ricercato tanto nei suoni che nei concetti.
Alla consueta dose di honky tonk, alternative country e rockabilly songs, aggiunge una serie di jazz oriented ballads, piene di fascino e sensibilità espressiva che dimostra quanto sia cresciuta vocalmente in questi ultimi anni.
Brani come le jazzate Don’t Know If I’m Coming Or Going e Devil Love, le permettono una a lungo agognata libertà espressiva che ci rivela l’esatta misura del suo talento.
Non mancano i consueti punti di riferimento, I Push Right Over, Robbie Faulks, e il brano di Johnny Cash Country Boy, sono autentici inviti al ballo, ma in Speed Of Sound (il titolo viene da una sua toccante ballata su un amore perduto e la redenzione) vi è una varietà di temi, di suoni, di canzoni e, soprattutto, di idee, che la pongono decisamente su un livello superiore rispetto ai lavori precedenti.
Il guitar sound, curato dalla Flores e Vito, slide lap steel e parti soliste, con la presenza di Greg Leisz in alcuni brani, è sublime; la sezione ritmica è composta da Dave Roe e lan Fallace, mentre nelle parti strumentali eccellono personaggi del calibro di Tammy Rogers, violino, Bill Cuomo e Justin Reinhardt, tastiere. Alle voci troviamo l’amico Terry McBride, splendido il duetto in Somewhere Down The Line (ballata epocale come il più celebre brano che Crenshaw ha quasi plagiato), Gail Davies e Mandy Barnett.
Per chi dice che classe ed eleganza non si addicono alla roots-music.
Eminent EM 25090 (Traditional Country, Honky Tonk, Bakersfield Sound, 2001)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 39, 2002
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