Non posso dire di stravedere per nessuno dei gruppi da cui questi musicisti provengono, il doveroso ‘cappello’ è dovuto all’onestà critica, ma non per questo sono insensibile agli argomenti dei Golden Smog. E’ difficile non essere toccati dalla freschezza di questa band, del fascino ‘deja-vù’ delle loro ballate, dalle soluzioni strumentali conosciute ed amate, dagli echi sixties e 70s celati in ogni brano, dal loro eclettismo che permette di citare, senza mai sbagliare, reminiscenze Beatlesiane, Stonesiane, Byrdsiane, Youngiane, sino ad accostamenti, sempre meno audaci e più possibili, con le ‘bands clone’ da cui molti di loro provengono.
Il terzo album, Weird Tales, di questo ‘supergruppo-Zelig’ – Dan Murphy dei Soul Asylum, Marc Perlman e Gary Louris dei Jayhawks, Jeff Tweedy dei Wilko, Kraig Johnson dei Run Westy Run con l’ininfluente cambiamento di Jody Stephens (Big Star) al posto di Noah Levy (Honeydogs) – è una corposa raccolta di ballate elettro-acustiche il cui ondivago incedere mette alla prova la memoria dell’ascoltatore, la sua prontezza nel recepire la serie di messaggi-citazioni che ogni brano contiene.
Le sonorità di Weird Tales sono languide, un pò sognanti, spesso rilassate, così come il canto dei vari solisti; si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un sound volutamente contenuto, quasi teso alla ricerca di una perfezione formale e stilistica. Niente a che vedere con il tanto citato ‘roots-rock’ dunque, ma un tuffo nel passato (non una ‘spanciata’ come qualche detrattore ha insinuato), nella tradizione, nel mainstream dunque, del rock & roll dei tardi sixties e primi anni ‘70: dal beat melodico, passando per il jingle-jungle, al country-folk-rock, sino all’attuale power-pop.
Non vi è nulla di male ad attingere al passato, i Golden Smog non hanno trovato altro che insegnamento e guida per affrontare il presente.
Rykodisc 10325 (Country Rock, 1998)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 29, 1998
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