Mark Erelli, una delle realtà cantautorali più interessanti e intelligenti della nuova scena roots americana, qui al suo quarto album, cambia di nuovo le proprie coordinate stilistiche, pur rimanendo sempre nel grande ambiente ‘Americana’. Se i primi tre lavori infatti giravano attorno a un folk contemporaneo con, più o meno marcati, gradevoli accenti pop/rock, questo Hillbilly Pilgrim è un altrettanto gradevole album di puro country western swing.
Con l’eccellente complicità di alcuni componenti della swing band di Boston, The Spurs, Erelli compie un fantastico viaggio all’indietro nel tempo fermandosi attorno agli anni ’50, senza per questo ricorrere al comodo escamotage di recuperare standard dell’epoca. Tutte le sfumature del country swing sono qui al servizio di canzoni nuove di zecca, per raccontare la cronaca e gli eroi della provincia e piccoli moti del cuore.
Hillbilly Pilgrim vive così della vivacità di scrittura di Erelli e della magnifica intesa con i musicisti, in particolar modo le chitarre di Jerry Miller e la spettacolare steel di Frankie Blandino. Dentro a Hillbilly Pilgrim, Erelli ha messo un tocco di jazz, nella splendida Pretend, con la sognante Eric McKeown al contrappunto vocale, ampie dosi di country swing danzereccio e spigliato (quello che si ballava cinquant’anni fa nelle feste campagnole) come, una per tutte, la travolgente Troubadour Blues che si toglie anche il gusto di prendere in giro George W., ballate di frontiera come A Bend In The River, dalla melodia che non ti lascia più, e una chiusura acustica romanticamente tinta di gospel, che ci riporta all’universo folk che Erelli aveva già elegantemente tratteggiato nei precedenti lavori.
Signature Sound 1281 (Singer Songwriter, 2004)
Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 101, 2004
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