Sammy Kershaw - I Want My Money Back cover album

Non è vero che per avere buoni dischi bisogna per forza essere superstar e disporre di grossi mezzi, grandi produttori o major importanti. In fondo quello che conta per un buon dischetto sono buone canzoni e bravi musicisti, la pubblicità non conta. Beh Sammy Kershaw non ha certo la popolarità di un Kenny Chesney o Tim McGraw, la Audium Records non è la MCA, la grafica del CD è semplice e non curatissima, niente testi dentro e poche ed essenziali foto, ma quello che posso dirvi è che questo I Want My Money Back è un buon disco di onesta, cara e vecchia country music, dove vecchia non sta affatto per antiquata ma per rassicurante suono tradizionale quanto attuale.
La grintosa title track I Want My Money Back è un’ arrabbiata presa di coscienza di tutte quelle volte che si spendono soldi per cose che sembrano più di quello che realmente sono e lasciano poi con il rammarico di ritrovarsi con il portafogli alleggerito senza aver avuto gran che in cambio. Eseguita con personalità e carisma, ottimo il fiddling sempre presente e i cori sapientemente inseriti.

Splendida la ballata lenta Metropolis con il suo incedere country che dá enfasi al racconto della vita in una di quelle minuscole cittadine americane nel mezzo del niente.
Personalmente non amo particolarmente gli strumenti a fiato dato che non fanno parte dei tradizionali strumenti per lo più a corda del country, ma devo dire che i sassofoni che fanno capolino in Sunday Morning On Bourbon Street non guastano affatto. La canzone esprime la solitudine che si prova trovandosi da soli senza la propria metà; come trovarsi a girare da soli in un giorno di festa o alla fine di un party quando tutti se ne sono andati.
Stitches è un’altra ottima ballata lenta e semi acustica, questa volta il tema è la forza dell’amore di una madre capace di guarire le ferite del corpo e dell’anima…
La cover del simpatico brano del texanissimo Kevin Fowler Beer, Bait And Ammo che più honky tonk non si può è da cantare a squarciagola con gli amici con in mano una bottiglia di roba buona bella fresca.
Molto bello il medio tempo 28/83 (She Ain’t In It For The Love) con un bell’accompagnamento di pedal steel, fiddle e soprattutto di un’ottima chitarra telecaster che ripete lungo tutto il brano i suoi gustosi riff.
Ancora chitarra a fare da padrone in I’ve Never Been Anywhere; L’inizio di un amore nato per caso grazie ad una macchina sportiva che ha unito il desiderio di libertà e di fuggire dall’ordinario di due persone.

Vi segnalo inoltre la lenta e dolcissima The Paper Heart; bellissimo regalo di una bimba al suo papà . Questa canzone rende perfettamente l’idea di quanta differenza ci sia tra una superstar e un’artista come Sammy. Non credo infatti che un tema del genere possa entrare facilmente nell’album di chi ha obiettivi di vendite e marketing da rispettare.
Infine c’è anche spazio per il southern rock di Are You Having Fun Yet? Duro e tirato dall’inizio alla fine.
Sammy Kershaw potrebbe essere il vostro vicino di casa che trova il tempo e il modo di raccontare le sue storie; vita di tutti i giorni ma sentimenti veri, reali. Perciò non fatevi ingannare dall’espressione sbigottita e perplessa di Sammy della copertina del CD, il contenuto è buono; davvero l’abito non fa il monaco.

Audium 8167 (New Country, 2003)

Emanuele Tilli, fonte Country Store n. 68, 2003

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