Violinista e mandolinista straordinario, il compositore Peter Ostroushko è musicista di rilievo nel panorama acustico e bluegrass, e non solo. Le sue corde hanno vibrato in dozzine di album di artisti diversi come Norman Blake, Taj Mahal, Emmylou Harris, e il suo esordio a soli 15 anni, ancorché non accreditato, è avvenuto in Blood On The Tracks, di Dylan. Questo suo nuovo lavoro, Coming Down From Red Lodge, interamente strumentale e composto da brani originali, suona un po’ come un ritorno a casa per il bravo polistrumentista.
Registrato nel marzo dello scorso anno, il disco è un ‘instant record’, scritto e realizzato in occasione di cinque concerti (uno per settimana) consecutivi di Ostroushko al famoso show radiofonico Prairie Home Companion, che Peter ha diretto in passato. I brani composti per i cinque show sono stati quindi registrati in compagnia della house band e costituiscono un appassionante viaggio acustico, tra nuovo e vecchio continente, tra passato e presente. Accanto a brani di dichiarata ispirazione irish, come Trip To Donegal o Teelin Bay Waltz, dove è protagonista il violino, Ostroushko mette in fila spigliati bluegrass come l’iniziale Coming Down From Red Lodge, giocata fra due violini, l’accordion e il pianoforte, o Cashdollar Blues, dedicata proprio a Cindy Cashdollar, talento del dobro e della steel guitar.
È però quando rallenta la velocità e si circonda di poche voci strumentali che Ostroushko realizza le cose migliori, come la splendida New Smyrna Serenade, sospesa nel dialogo tra mandolino e piano, entrambi abbracciati a un discreto cello, o la finale Hymn: Page 9/11, dedicata a quell’11 settembre, piccolo bozzetto di delicata mestizia.
Red House 170 (New Acoustic Music, 2003)
Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 93, 2003
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