“Una rassegna davvero interessante di alcune delle persone migliori del nostro ambiente che mi rendono omaggio. Ragazzi, tutto questo mi fa sentire davvero bene!” Lo dice con il suo inimitabile stile lo stesso Johnny Cash all’interno del booklet dello splendido Kindred Spirits, il tributo uscito da poche settimane dedicato alle sue canzoni. Nella serie infinita di dischi tributo che ormai ammorbano i nostri impianti hi-fi, questo è uno dei migliori in assoluto. Per la caratura dei performer, per la scelta dei brani, per il livello musicale.
Già, perché ha diretto tutta l’operazione uno dei nomi migliori della Nashville degli ultimi vent’anni, uno che è rimasto fedele allo spirito della più autentica country music senza finire nel pop che sta annegando Nashville, ma senza essere ‘ortodosso’ in maniera eccessiva, perché questo signore sa che la vera country music ha bisogno di rock’n’roll. È Marty Stuart, eccezionale chitarrista, a fianco di centinaia di artisti country, e anche titolare di una eccellente carriera solista. Lui ha prodotto il disco e diretto la ‘house band’ che accompagna gran parte dei performer. A parte due, ma naturalmente ‘quei due’ era difficile portarseli in studio e dirgli cosa fare…
Sto parlando di Bob Dylan e Bruce Springsteen, autori di due splendide performance, registrate nel corso del concerto newyorkese dell’anno scorso in tributo a Cash. Dylan, in realtà, non era neanche presente e mandò un video in cui eseguiva Train Of Love. La canzone diventa un brano di Bob Dylan: rallentata, bluesata, con una splendida slide e un’altrettanto indovinata pedal steel, esprime tutta l’infinita melanconia di un’America che non esiste più.
Springsteen, da canto suo, presente quella sera allo show, esegue da solo all’acustica Give My Love To Rose, e anche lui si impadronisce della ballata. Sembra uscire dalle pagine più inquietanti dì Nebraska.
Detto di questa coppia d’assi, tutto il CD è estremamente godibile. Tra le cose migliori Dwight Yoakam che rilegge Understand Your Man con lo stesso spirito di Ring Of Fire: diventa una ballata del border, con fiati mariachi e un’eccellente performance vocale. Rosanne Cash (figlia di Johnny) rallenta deliziosamente in chiave acustica I Still Miss Someone. Keb’ Mo’ recupera l’anima blues della classicissima Folsom Prison Blues, preservando però il leggendario riff che ai tempi inventò Carl Perkins per il brano. Anche Travis Tritt capovolge in modo eccellente un altro classico di Cash, I Walk The Line, rallentandolo in una densa ballata acustica e impreziosita dalla sua bella voce.
Steve Earle si esalta con Hardin Wouldn’t Run introdotta in modo divertente in chiave spoken word, accennando alla storia del protagonista del brano, il fuorilegge del vecchio West John Wesley Hardin.
Naturalmente Marty Stuart si ritaglia il suo spazio: Hey Porter strepitosa, nel suo inimitabile stile più rock che country (ma c’è anche un bel banjo in evidenza), infine due perle preziose: un trio inedito formato da Mary Chapin Carpenter, Emmylou Harris e Sheryl Crow, assolutamente strepitose in Flesh And Blood, e quindi Janette Carter, June Carter (moglie di Cash) e lo stesso Johnny Cash con lo spiritual bianco di Meet Me In Heaven. Da brivido, quando entra la sua voce…
Sony 86310 (Traditional Country, Country Pop, 2002)
Paolo Vites, fonte JAM n. 87, 2002
Ascolta l’album ora