Lo hanno ormai capito tutti i promoter europei di musica roots, country e bluegrass che non è più necessario far volare dalla Virginia o da qualche angolo buio del Kentucky una local band per avere nel loro festival ‘the real thing’, un gruppo che esprima al meglio la genuina atmosfera old timey degli early days of bluegrass. Ora chiamano i nostri Truffles.
Cantano e suonano come facevano verso la fine degli anni ’40 quelle band che suonavano intorno al microfono panoramico delle piccole radio di contea, alle 6 del mattino, per accompagnare i contadini nei loro primi passi prima di prendere l’uscio e dirigersi verso i campi per spezzarsi la schiena.
Registrazione in presa diretta, mono, probabilmente ‘buona la prima’, senza preoccuparsi di eventuali imperfezioni se queste possono meglio rendere l’idea dell’immagine che il gruppo vuol offrire. Le canzoni arrivano dal repertorio di band che hanno attraversato gli anni ’40 e ’50 all’ombra dei più famosi Stanley Brothers, Flatt & Scruggs e Bill Monroe. Bravi bravissimi, ma è bene ci si alleni un po’ con le suddette star appena citate, l’apprezzamento di questo gruppo può infatti non essere immediato.
Autoprodotto (Bluegrass Tradizionale, 2017)
Maurizio Faulisi, fonte Chop & Roll n. 33, 2017