Songwriter quarantenne nata e cresciuta in Nova Scotia, Canada, sfuggita all’industria discografica per scelta, Susan Crowe si presenta al secondo appuntamento discografico dopo il pluridecorato esordio con This Far From Home: ‘nomination’ al Juno Awards, ‘Best roots traditional’ album come artista solista. The Door To The River è un altro piccolo gioiello fuori da mode e schemi di una cantautrice senza tempo.
Mentre molte colleghe cercano forme espressive sempre più astruse, tecno ed avanzate, la nostra modesta e semplice Mary Chapin Carpenter canadese rimane ancorata a formule decisamente più usuali. “Sono canzoni piccole e tristi ma sono mie”, ama dichiarare Susan. Ma il tessuto è prezioso, il taglio semplice ma elegantissimo per chi sa distinguere tra contenuti e vuoto ben confezionato.
In compagnia di vecchi compagni d’avventura con John Reischman, mandolino, prezioso nell’inserirsi nell’acustico guitar-sound, di una sezione ritmica, di Andreas Should e Roy Forbes, chitarre, la Crowe racconta nuove storie dolci-amare, arrangiate e prodotte con semplicità e grazia. Lo spirito delle ‘Kitchen-harmony sessions’ viene portato in studio in modo da non alterare il delicato equilibrio delle emozioni, di non perdere nessun battito del cuore, nessun sospiro, preservare il complesso disegno poetico-musicale inferiore. Una voce, una chitarra, pochi strumenti, in prevalenza acustici, e tanta fantasia e sentimento, fanno di The Door To The River un’opera folk di prima grandezza. Colpiscono ancora una volta, la dolce e delicata voce della protagonista, la grazia delle melodie, la trasparente chiarezza del messaggio, la disarmante onestà dell’approccio. Folk-ballads che sono emozioni allo stato puro, storie non artefatte, senza nessuna forma dì autocompiacimento. Non avendo la possibilità di seguire le mode, Susan fa di necessità virtù.
Corvus 003 (Singer Songwriter, Folk, 1996)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 23, 1997
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