Se vi attraggono le ballate romantiche che inceneriscono i cuori, se amate John Gorka o Richard Shindell, questo secondo disco del canadese James Keelaghan è pane per voi. La buona impressione lasciata dal precedente My Skies del ’94 è qui confermata nell’equilibrio ispirativo dell’opera, nella sua garbata compostezza. Una bella voce calda è il punto di forza di questo songwriter di Vancouver, ma anche le sue composizioni, pur non aggiungendo innovazioni di massima al panorama della canzone d’autore, si lasciano ascoltare per la loro forza interiore e un sentimentalismo che sa evitare la discesa nella smanceria.
Non solo storie struggenti raccontate con l’acustica, ma solidi brani elettro-acustici sconfinanti talvolta in un incisivo country-rock e folk-rock, con escursioni nelle radici celtiche, in terreni affini al linguaggio cajun. Fisarmonica e fiddle allietano le tracce con un pregnante suono.
Gli episodi di cronaca che Keelaghan ci propone sono i più affascinanti da ascoltare: la vibrante Cold Missouri Waters, uno dei pezzi più toccanti, cronaca di uno spaventoso e tragico incendio divampato nel 1949 e raccontato da un sopravvissuto e la stupenda Honorè su un personaggio storico sfrattato dalla sua casa all’età di 90 anni. Le sue 49 casse di libri destinate ad una biblioteca per indiani finiranno fra i rifiuti e lui, Honorè Jackson, a spendere gli ultimi giorni in un manicomio. In questa indimenticabile song John Gorka è quantomeno un modello.
Chitarra e piano nell’ispirata Sweetgrass Moon e un bel fluire di melodia nella fresca Turn Of The Wheel o nell’ironica Lazarus, un’ode all’indimenticato e prode Richard Nixon.
Aperte ed orecchiabili sono Sweet Lorraine e Never Gonna Stop This Train. Ottimo il team di musicisti e decisamente gradevole Keelaghan il cui lavoro è certo all’insegna della qualità.
Green Linnet GLCD 2120 (Singer Songwriter, Folk, 1995)
Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 14, 1996