Peter Ostroushko - Heart Of Heartland cover album

E’ arduo raccontare la musica di Heart Of Heartland, ancora più difficile ingabbiarla in un genere. Mi si perdoni se per un progetto musicale di così largo respiro il termine folk potrà apparire arbitrario e restrittivo. Peter Ostroushko vanta una carriera poliedrica che lo ha visto molto attivo nell’Otm, nel bluegrass, nel jazz, nel recupero di melodie celtiche e mitteleuropee. Il gusto e la creatività di questo artista di origine ucraina possiedono una luminosità singolare, quasi pittorica, chiaroscurale e i paesaggi che vengono tratteggiati dagli strumenti sembrano materializzarsi.
Suoni di mistica innocenza, trasognati e ristoratori come nel fragile spettacolo di un’alba sulla prateria, Prairie Sunrise, o nella solenne e rapita sequenza dei Dakota Themes, la cui melodia è fondata su un pezzo per flauto imparato da un indiano Lakota. Note intense e malinconiche in un’aria così catturante come Montana ispirata dall’esploratore Jim Bridger, frasi lente e commosse con un mandolino che si insinua come una dolcissima spina in (Twilight on) The Sangre De Cristos, nostalgie dal New Mexico.

E quadriglie festose di pionieri in sarabande di guizzante fiddle, ritmi frenetici e spossanti, se è il momento del Virginia Reel From Hell Medley. Peter, un trascinatore.
Ora fiammeggiante, ora romantico evocatore di suoni fatati e sospesi, coadiuvato fra gli altri, dal pianismo brillante di Richard Dworsky e dalla virtù chitarristica di Dean Magraw. Un solo ‘traditional’ rielaborato, Heart Of Heartland, musica per pleniluni e il resto composizioni di Ostroushko.
Suoni e immagini della terra, cuore del cuore della terra, “un posto che la cartina non può indicare se la strada non è lastricata d’amore”.

Red House RHR CD 70 (Folk, 1995)

Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 11, 1995

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