Non vi pare strano che un chitarrista più di una volta giudicato ‘miglior chitarrista bluegrass dell’anno’, che non ha nessun tipo di problema nel firmare contratti discografici grazie alle sue note doti, che ha collaborato con i più importanti nomi del circuito, abbia finora inciso solo tre dischi nell’arco di 8 anni, uno dei quali, tra l’altro, non completamente a suo nome?
Mica facile rispondere. Certo l’amico ha avuto comunque una intensa attività sia live che discografica in qualità di ‘guest’, tuttavia i suoi numerosi fans hanno buoni motivi per volergliene. Stiamo parlando di David Grier, uno di quegli artisti la cui musica, una volta appreso che non è nemmeno in grado di leggere il pentagramma, lascia magicamente meravigliato l’ascoltatore, e la cui tecnica e sensibilità creativa non danno spazio a possibili risposte razionali: musicisti col ‘vero’ talento. Uno di quei musicisti, insomma, che hanno una incredibile tecnica, ma che non te la fanno sentire, te la offrono in maniera naturale facendoti sembrare facili cose incredibilmente difficili, e che hanno la capacità di rendere interessante un pezzo con tre note soltanto.
Capite allora quanto sia riduttivo dover apporre, per maggiore chiarezza se vogliamo, una etichetta accanto al suo nome? Sì, David Grier rientra nel filone bluegrass, ma vi prego (sto parlando con voi che credete di esservi già fatta un’idea chiara in merito a questo genere una volta acquistata una dozzina di dischi) di dare un’ascoltata a Lone Soldier, vi aiuterà ad avere le idee più piacevolmente confuse.
Attualmente David è nella band del violinista Richard Greene, il quale nelle note dice che ‘quel’ ritmo e ‘quel’ back up nella sua lunga carriera lo ha avuto solo nel periodo in cui ha collaborato con Clarence White…. Beh, siete ancora lì?
Rounder CD 0309 (Bluegrass Progressivo, New Acoustic Music, 1995)
Maurizio Faulisi, fonte Out Of Time n. 10, 1995
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