Chris Gaffney è uno dei grandi tesori non ancora scoperti della fertile scena musicale roots-rock del sud della California. Un multistrumentista che è in grado di esprimersi indifferentemente all’accordion, chitarra e piano ed un cantautore brillante e sensibile capace di catturare in ogni sua song i sentimenti e le emozioni della gente semplice, storie di cuori spezzati, fantastiche avventure del quotidiano. Le canta e le narra con intelligenza, spirito, partecipazione e sincerità rivelandosi una sorta di John Steinbeck della canzone d’autore degli anni ’90.
Rivelatosi nel ’92 con My Vida Loca (Hightone HCD 8038), grazie al quale anche la critica italiana ha scoperto un cantautore che si esprime attraverso un originale miscuglio di roots-rock, country e soul con un tocco di caratterizzante norteno feeling che lo rende decisamente più appetitoso di molti altri songwriters anche sul piano musicale.
Sulle scene dalla prima metà degli anni ’80, il suo esordio con Road To Indio per una piccola label indipendente locale risale all’86, Chris Gaffney ed i Cold Hard Facts hanno maturato una solida esperienza ‘on the road’ divenendo personaggi leader della scena alternative-country di Los Angeles e guadagnando un certo seguito nel South-West.
Molto atteso da chi i perdenti li ha sempre celebrati, questo alfiere del progressive country venato di rock e di influenze border-music, canta ancora una volta l’altra faccia della California; quella meno conosciuta, celebrata e propostaci dai media di cui le comunità ispaniche di L.A. e dei centri più piccoli, i lavoratori delle zone rurali, le minoranze in genere sono parte integrante.
Solo due albums negli ultimi cinque anni, il citato Mi Vida Loca e Chris Gaffney & The Cold Hard Facts (Rom 26011) del ’90, quando eccolo arrivare con un Live, registrato al Red Moon Festival dell’anno scorso in Svizzera, e Loser’s Paradise, disco in studio prodotto da Dave Alvin per la Hightone.
In Man Of Somebody’s Dream(Country Records CR 83694), quarto album per questo misconosciuto menestrello californiano, Gaffney è accompagnato dal fido cantante chitarrista Danny Ott e dai Dangerous Neighbours. La band della cantante country Jann Browne comprende anche il chitarrista Matt Barnes – con questi due musicisti scriverà la bella country-ballads My Baby’s Got A Dead Man’s Number per il nuovo album su Hightone – Dennis Caplinger, strumenti a corda, Eileen Doyle, basso, e Arturo Perez, batteria.
Una ghiotta occasione per questo cantante-accordionist e chitarrista per presentarci il suo repertorio ‘live’, dopo tre anni di silenzio. Chris Gaffney è in gran forma e, pur senza la sua band, è in grado di offrirci il suo originale mix di roots-music composto da rock, country, soul ed una robusta dose di ‘norteno’ sound che ha il mexican-flavour giusto per affascinare i cultori della border-music vista dai confini ad Ovest. Molte sue classiche ballads che hanno i profumi di vecchie polka ed honky tonks waltz si alternano a rock e country, comprese Six Night A Week e ’68, scritte con Dave Alvin, e, dal vivo, non perdono fascino, smalto e toccante lirismo, la title-track su tutte che troveremo anche in Loser…. Molto interessanti le cover di Leave My Little Girl Alone, blues di Buddy Guy cantato dal bravo Danny Ott, con Chris a sostituire l’organo con il button-accordion, e il sempreverde rock Honky Tonk di Mel Tillis, con Dennis Caplinger ad imperversare al violino.
Country CR 83694 (Alternative Country, Singer Songwriter, 1994)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 10, 1995
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