Gli album che incide sono ‘intestati’ solo a lui, ma sono oggi in realtà album della Del McCoury Band, perché mai come adesso e con questa band Del McCoury è riuscito a dare una propria personale impronta al bluegrass Monroe style di cui da 30 anni è il principale alfiere. Grosso merito va attribuito ai figli Ronnie e Rob, ormai tecnicamente ineccepibili e dotati di stili molto riconoscibili, ma in A Deeper Shade Of Blue spiccano anche il solido contrabbassista Mike Bub e il giovanissimo fiddler Jason Carter: la loro conoscenza delle dinamiche di gruppo fa sì che questo sia (per me) il primo album di Del ad avere il suono McCoury più completo. C’è la grinta ben nota, l’inconfondibile vocalità di tutti i suoi album, qui resa ancora più ‘suono di famiglia’ dallo spazio dato a Ronnie (che santoddio, canta proprio come il padre!). C’è anche il sapiente gioco degli strumenti su ogni minimo passaggio, che prorompono la voglia di suonare in quel modo e il gusto di farlo con quei musicisti.
Ascoltate per curiosità le versioni originali di True Love Never Dies di Kevin Welch, o di If You’ve Got The Money Honey di Lefty Frizzell, e noterete che la Del McCoury Band questi pezzi “non fa altro che suonarli”, se mi passate l’espressione, come potrebbe fare qualsiasi band seria ad una jam session, invece che in uno studio di Nashville e con la produzione di Jerry Douglas. E forse è giusto pensare che le nuove scelte di repertorio, spesso lontane dalla tradizione bluegrass, esigerebbero arrangiamenti più elaborati. Ma non sono molte le band a questo livello oggi in attività, e non è detto che tutte debbano seguire la filosofia elaborativa di una Lonesome River Band o di Alison Krauss & Union Station: perciò possiamo anche dimenticarci delle critiche e godere il tipico ‘bluegrass blues’, la forza compatta ed esplosiva che solo questa band può oggi esprimere.
Rounder CD 0303 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1993)
Silvio Ferretti, fonte Out Of Time n. 2, 1994
Ascolta l’album ora