Debutto a livello nazionale per i Farewell Drifters, quintetto tutto acustico che ha base a Nashville. Dopo essersi fatti notare in alcuni dei più importanti festival di musica acustica come Grey Fox e MerleFest, hanno fissato in questo loro disco intitolato Yellow Tag Mondays coordinate precise, unendo una naturale passione per gli anni sessanta (Beatles, Beach Boys e tutto certo suono pop) a chiare radici bluegrass.
La lezione di gruppi come i Nickel Creek e Cadillac Sky è stata messa a frutto dai co-fondatori Zach Bevill (chitarra e voce) e Josh Britt (mandolino), coadiuvati brillantemente da Clayton Britt (chitarra solista), Dean Marold (basso) e Christian Sedelmyer (fiddle), tutti ottimi vocalist. E sono proprio le armonie vocali una delle carte vincenti della proposta dei Farewell Drifters, una miscela magari non appetibilissima dall’ascoltatore legato alla tradizione (le voci sono decisamente ‘moderne’) ma certamente godibile e frizzante. L’originale ricerca negli arrangiamenti, un già maturo songwriting (tutti i brani eccetto la cover della beatlesiana For No One sono firmati dagli stessi Drifters) e un’inequivocabile bravura strumentale rendono il disco un punto di partenza importante per una band già in grado di elevarsi dalla ottima media della scena acustica statunitense.
Brani come Love We Left Behind, Everyone Is Talking, All We Need con la sua gustosa coda ‘a cappella’, I’ve Got Your Heart In My Hand, And I’m Goonna Squeeze strumentale che rimanda ai primi New Grass Revival, Wake Up, Somewhere Down The Road, Sunnyside Drive e Virginia Bell, queste ultime due introdotte dal limpido pickin’ chitarristico di Clayton Britt danno l’esatta misura di un palpabile e contagioso trasporto a cui è difficile sottrarsi.
Heart Squeeze/Thirty Tigers HS2K101 (Bluegrass Moderno, Country Pop, New Acoustic Music, 2010)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2010
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