Quarto album in otto anni per Valerie Smith, una delle voci più sensibili dell’attuale scena acustica country e bluegrass. A distanza di tre anni dal precedente lavoro ritrova la sapiente produzione di Rich Adler, uno che a Nashville vanta un passato di assoluto valore e integrità, con una rinnovata band pronta ad assecondarla nella maniera migliore. Punto di riferimento ormai imprescindibile è Becky Buller, splendida fiddler e banjoista (in stile clawhammer) particolarmente felice anche come autrice.
Sue sono tre composizioni che impreziosiscono l’album con pregiate melodie e feeling, Heaven Is Waiting, In Those Mines e Engineer. John Wesley Lee è l’altro ‘vecchio’ membro dei Liberty Pike, mandolinista dotato di un fraseggio decisamente attraente e fantasioso. Jessica Lee e Matt Leadbetter (figlio del grande Phil) sono i nuovi arrivi, la prima contrabbassista e il secondo dobro player, perfettamente inseriti in una macchina assolutamente coesa.
That’s What Love Can Do basa il proprio charme non solo sulla eccellente personalità di Valerie Smith come interprete ma su una scelta di brani perfetta e su un suono in cui non c’è una sola nota sprecata. Dalle atmosfere swing di Buzzed (firmata da Lisa Aschman, autrice anche delle belle Planet Or A Star e Peace Of The River) alle scorrevoli sonorità country di Falling di Brad Davis e Gary Scruggs fino alle emozionanti Sarah Hogan, Rocky Island/Sally Goodin e That’s What Love Can Do (l’unico brano scritto da Val), il disco mostra quanto variegata sia la personalità di un’artista da affiancare senza dubbi alle grandi voci del panorama roots a stelle e strisce.
Bell Buckle BBR-017 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, Country Acustico, 2005)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2006