Mary Murphy - Always A Flame cover album

Prima di infilare questo Always A Flame nel CD nel lettore, nulla sapevo di Mary Murphy. Per prima cosa, ho notato che, nella foto di copertina, era ritratta di… nuca! Una massa di capelli con riflessi tizianeschi. Fin troppo ovvio, dato il cognome palesemente di origine irlandese. “Bene!” ho pensato, finalmente qualcuno che non punta sull’avvenenza; deve avere altre buone carte da giocare. La voce non mi è parsa particolarmente personale, ad essere sinceri, e, ad un primo ascolto, non sono stato particolarmente colpito da alcuna canzone composta dalla ragazza (o dall’onnipresente, e un pó invadente, marito, Paul Keim, che suona anche la chitarra in quasi tutti i pezzi).
Si intravede però un’apprezzabile sforzo di ricercare una certa originalità. I testi sono intensi e maturi ma necessiterebbero di melodie meno scontate per raggiungere lo status di canzoni di classe.

Due covers: la prima è Across The Great Divide, capolavoro della compianta Kate Wolf, che ha trovato l’interprete definitiva in Nancy Griffith, che la esegue in quel suo imperdibile gioiello intitolato Other Voices, Other Rooms. Francamente il confronto è arduo ma la voce di Mary Murphy sopravvive, soprattutto grazie ad un fìngerpicking delicato e ad un’armonica ispirata che la sostengono.
La seconda è Orphan Girl di Gillian Welch, una brava cantautrice con le idee molto più chiare sul piano musicale.
In Mary, infatti, uno stile univoco non c’è; si passa da brani acustici, con pretese tradizionaleggianti, ad altri elettrici, dal suond alquanto tosto, ad alcuni con echi new age; Sweet Golden Kiss inizia addirittura con una steel guitar che più Nashville non si può!
Questa ecletticità mi dice che la ragazza deve ancora trovare la sua vera strada. Diciamo che è una proposta interlocutoria, alquanto eterogenea, ma che è passibile di miglioramenti.

Taxim 2056 (Singer Songwriters, 2000)

Maurizio Angelo, fonte Out Of Time n. 37, 2001

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