Ricordo Ray Hesson nel 1982, al Birchmere, con una band di nome Foggy Bottom (piuttosto scarsa) in cui faceva da supplente per il chitarrista un certo David Grier: già 14 anni fa il ragazzo era in grado di fare dimenticare il resto del gruppo. Ma Hesson lo ricordo, peri il suo modo qualsiasi e da circo di suonare il banjo: applausi di parenti o urletti di fans in menopausa del gruppo non bastavano ad ingannare sul suo stile ‘no timing, no tone, no taste’, che tale è rimasto nel corso degli anni.
Five Picker, dice la letterina di accompagnamento, è una raccolta dei pezzi che Ray ha suonato in innumerevoli contest (da lui anche vinti, inspiegabilmente…) o precedentemente con le band che lo hanno avuto al loro interno. Gli arrangiamenti sono suoi, e dovrebbero essere ‘creativi, interessanti e stimolanti’: okay, se vi piace un banjo fuori tempo (in avanti) su un accompagnamento strumentale di chitarra, basso e mandolino un pó ‘un-za un-za’ o addirittura ‘un-za un-za un-za-zà’ nel modo più banale (e spesso fuori tempo, ma indietro), con un timbro che ti fa stupire per l’endorsement della Deering (i banjo Deering di solito suonano meglio, nelle mani di altri), e una ‘creatività’ tipo prima-lento-poi-veloce (wow!), oppure più-veloce-possibile-tanto-non-andrei-a-tempo-comunque…
Sono severo? Forse, ma se decidete di fare un favore a Ray Hesson comprando questo Five Picker ricordate che ve l’avevo detto.
Old Line Music PRT002 (Bluegrass Tradizionale, 1996)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 33, 1996