Dopo un esordio di notevole caratura, fresco, brillante e sincero, il trio degli Stray Birds torna con un EP che mostra con efficacia le loro radici e le loro ispirazioni musicali. The Echo Sessions contiene solo cinque canzoni, e qui sta l’aspetto negativo, potevano essere un po’ meno tirchi, ma la qualità è tale che questa loro proposta merita l’attenzione e la fiducia dell’appassionato di roots music.
Maya De Vitry, voce, chitarra acustica e fiddle, Oliver Craven, voce chitarra e mandolino e il bassista Charles Muench suonano più affiatati che mai, ottimi sia a livello vocale sia a livello strumentale, dimostrando quanto la band sia in crescita anche come sicurezza e maturità.
Loretta di Townes Van Zandt apre il disco entrando subito in sintonia con una delle più belle canzoni del compianto cantautore texano, I’ll Be Your San Antone Rose ricorda la bravura come autrice di un’altra figura scomparsa troppo presto, Susanna Clark, When I Stop Dreaming è dal repertorio dei Louvin Brothers, mentre Blue Yodel #7 è il classico del ‘singing brakeman’ Jimmie Rodgers. A chiudere questo EP, ripeto troppo breve, è I Wish It Would Rain, una delle più belle melodie di Nanci Griffith, interpretata con grazia e grande bravura.
A questo punto non c’è che da attendere una nuova proposta degli Stray Birds, magari una versione più corposa di queste Echo Sessions.
Autoprodotto (Folk, Old Time Music, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2014
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