Bentornato Mister Alvin! Il tuo è proprio un bel ritorno, con del frizzante rock americano.
Dall’iniziale Museum Of Heart, con gli interventi al sax di Lee Allen, alla seguente Don’t Talk About Her, con i tuoi assoli di chitarra e la lap steel guitar del fido Greg Leisz, si nota subito una pulizia di suono che, pur facendo tornare delle volte alla mente i Blasters, non fa altro che dar lustro al tuo nuovo lavoro.
Certo Museum Of Heart contiene un paio di brani di routine, come A Woman’s Got A Right – purtroppo la presenza di Syd Straw al controcanto non riesce a dar qualità a questa traccia – e Six Nights A Week (scritta assieme a Chris Gaffney). Ma ci sono pezzi di caratura superiore, come Between The Cracks (realizzata con Tom Russell), Devil’s Wind – ancora Greg che ‘punteggia’ con la sua National steel guitar – con gli interventi focosi della voce di Katy Moffatt e l’intrigante pianismo di Rick Solem.
Si fa ascoltare d’un fiato il pezzo strumentale One Eye’s Ballad, certamente troppo breve per rendersi pienamente conto della sua validità.
I miei complimenti Mr. Alvin! La sognante Longer Than I Thought, con la presenza di John Doe, possiede quel non so che… Forse saranno le due chitarre, che elevano il brano al di sopra della media.
Alla pari metterei Stranger In Town con quei toni evocativi da loser-loner, ideale per una colonna sonora sulla nuova frontiera americana. E non da meno As She Slowly Turns To Leave con gli assolo che paiono straripare dal canovaccio di un bluesman incallito.
Ma permettimi, Mr. Alvin, perché Florence Avenue Lullaby, così toccante nel suo duetto tra piano e chitarra, è ancora così breve? Desidererei ascoltarla in una versione molto più estesa, dilatata. Chiedo troppo?…
Arrivederci e a risentirti a presto. Tuo fedele…
Hightone HCD 8049 (Roots Rock, 1993)
Gianfranco Giudici, fonte Out Of Time n. 1, 1993