Ted Hawkins – Happy Hour cover album

Dopo il clamoroso successo negli States di The Next Hundred Years, prontamente esportato dal potere delle majors in tutto il mondo, la Rounder pubblica con solerzia in CD i primi due album di questo menestrello di colore, Watch Your Step (1982) e Happy Hour (1986).

“Watch Your Step”
Scoperto sulla spiaggia di Venice Beach, California, si è fatto notare prontamente in mezzo ad una miriade di musicisti da strada, venditori ambulanti, enterteiners di ogni genere, che popolano ancora oggi la strada di fronte all’oceano.
Sono bastati due minuti di Watch Your Step per radunare attorno a lui una miriade di persone, folla che sembrava moltiplicarsi man mano che la performance di questo cantante-chitarrista procedeva. Passanti e sfaccendati venivano catturati – così come il dj Johnny Jr., che per primo lo scoprì all’inizio degli anni Settanta per presentarlo al produttore Bruce Bromberg – dal feeling naturale di questo enterteiner nato, capace di sedurre con la voce.

Certo, un trovatore con la voce di Sam Cooke non si trova tutti i giorni. La fama di Ted Hawkins è in gran parte dovuta a questi due albums, che sono stati la svolta nella vita, non solo musicale del ‘trovatore’ di Biloxi, Mississippi.
Ascoltandoli, ci accorgiamo di quanto dovremmo essere grati a chi lo ha strappato alla vita di ‘drifter’ con costanti problemi con la legge. Watch Your Step, pubblicato nel 1982 è la testimonianza massima della sua statura di songwriter e performer autentico dalla voce di velluto di un Sam Cooke, consumata e scavata dalla dura vita ‘on the road’. Una personalità musicale capace di esaltare la formula espressiva voce-chitarra, per la ricchezza degli elementi che compongono il suo bagaglio culturale che per anni si è faticosamente trascinato per gli States.

Il soul, il gospel, il blues, si stemperano nella ballata popolare di quello che è essenzialmente un folk-street-singer. Basta ascoltare pochi secondi di Watch Your Step per essere catturati da un messaggio musicale tanto semplice nelle sue multiformi componenti. La sua voce arriva direttamente al cuore e non importa se ad accompagnarla ci sia la sua solitaria chitarra o una band.
Maturato con una decina di anni di semi-professionismo durante gli anni ’70, Ted è un interprete maturo e sensibile, spesso istrionico, magicamente in grado di cantare quello che la gente vuole sentire. Sembra aver a portata di mano, grazie all’infinito patrimonio cultural-musicale della musica che conosce e percorre, la canzone giusta, l’emozione adatta, per ogni occasione, per ogni necessità.

“Happy Hour”
Se il primo LP per la Rounder poteva stupire per la genuinità e la freschezza dell’inusuale approccio, per il messaggio chiaro e diretto dei testi che ben si integravano con l’innata comunicativa del personaggio Hawkins, capace di comunicare con il mezzo vocale come nessuno, il secondo poteva rappresentare un’incognita.
Ma Happy Hour, pubblicato nel 1986, ottiene gli stessi successi di pubblico e di critica, una sorta di consacrazione per un personaggio unico nel panorama musicale americano. La formula è la stessa: brani per voce e chitarra con il supporto vocale della moglie Elizabeth e di un gruppo elettrico in qualche canzone.

La formula non solo è vincente, ma esalta le istrioniche qualità di un performer che sembra esaltarsi ed offrire il meglio di sé coniugando, in solitudine, la tradizione musicale americana di matrice nera come bianca.
Vi sono due sole covers, ma ascoltate cosa riesce a fare della nera Gipsy Woman di Curtis Mayfield, molto adatta al suo stile vocale, ed alla bianca title-track di Steve Gillette che sembra destinata ad un pubblico di country-music.
Una sorta di consacrazione per lui anche come autore, pronto a catturare gli infiniti temi che il quotidiano offre e che ben conosce e vive in prima persona. La magica voce e l’arte di comunicare, di cui oggi ben conosciamo l’importanza, fanno il resto.

Rounder CD 2033 (Folk, 1993)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 5, 1994

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