A sette anni dal debutto omonimo, For The Good Times – uscito nel 2012 – è la seconda prova dei Willies di Norah Jones, il super gruppo formato da Lee Alexander al basso, Jim Campilongo alla chitarra, Richard Julian (chitarra e voce), Dan Rieser alla batteria.
L’album riprende laddove il primo capitolo si era concluso, rivisitando nuovi classici del country e della tradizione americana. Emerge, nei solchi, la passione che la Jones nutre per un genere che la fa sentire a casa più di qualsiasi altro, come ha spesso dichiarato; l’artista – newyorkese di nascita ma cresciuta in Texas – ha stile da vendere e brilla di luce propria, irresistibile nel suo concedersi a piccole dosi, tuttavia la presenza di Julian, un Lyle Lovett più giovane e forse meno ribelle, è a mio giudizio di pari valore (si ascoltino il brano d’apertura, la swingante I Worship You, e la ballad di Willie Nelson Permanently Lonely).
In Remember Me il piano della languida Jones flirteggia con la baritone guitar di Campilongo, che peraltro firma anche l’unico inedito del lotto, lo strumentale Tommy Rockwood, mentre non possono mancare l’omaggio a Johnny Cash con Wide Open Road e quella Lovesick Blues giudicata insufficiente dagli addetti ai lavori, epperò primo grande successo del tormentato Hank Williams. Ed è un susseguirsi di country’n’roll e romanticismo, quest’ultimo al suo meglio nella sussurrata title track ad opera di Kris Kristofferson e nella struggente Jolene di Dolly Parton.
Per esigenze, temiamo, commerciali, i Little Willies non si sono mai esibiti nel Belpaese, dove invece Norah è benvoluta e accolta regolarmente; un vero peccato, perché il progetto merita attenzione e dimostra che la musica non conosce barriere e chiede di non essere dimenticata, a patto però che si suoni senza rinunciare alla propria personalità e per divertire divertendosi.
EMI 30155 (Traditional Country, Alternative Country, 2012)
Federica Venezia, fonte TLJ, 2013
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