Travis Tritt ha sempre rappresentato l’anello di congiunzione tra la country music e i suoni che nel Sud degli States l’hanno affiancata contribuendo a formare una eccezionale mistura di suoni: rock’n’roll, blues, rhythm’n’blues. Dopo aver venduto 17 milioni di dischi ed essere arrivato per ben undici volte al numero uno delle classifiche country, inizia una nuova avventura con una nuova label, la Columbia/Sony, dopo aver sempre inciso per la Warner Brothers.
Il presidente della Sony Music Nashville, Allen Butler ha fatto firmare per la sua label tre veterani della country music come Billy Ray Cyrus, John Anderson e Travis Tritt, in controtendenza rispetto alla sempre più giovane età dei musicisti di Music City. La sua filosofia è stata quella di dare piena libertà artistica nel concepimento del disco a patto di ricevere in cambio un paio di singoli che garantissero un certo successo commerciale.
Ascoltando questo Down The Road I Go c’è da dire che Mr.Butler ha colto nel segno; Travis Tritt ha confezionato, secondo il mio parere, uno degli albums più ispirati ed intensi di una carriera ricca di ottima musica, pur con gli inevitabili alti e bassi.
Sette degli undici brani inseriti in questo disco sono scritti o co-scritti dallo stesso Travis, che condivide assieme a Billy Joe Walker Jr. la produzione, a dimostrazione sia della maturazione complessiva dell’artista che del controllo del risultato globale.
Down The Road I Go è al tempo stesso vario nelle sonorità pur dando l’impressione di una notevole unitarietà e musicalmente in splendido equilibrio tra elettrico ed acustico, tra ballate e grintosi uptempo.
La title-track apre il disco in maniera classica, con la voce roca del protagonista a dimostrare che gli anni non hanno intaccato le sue qualità peculiari.
Livin’ On Borrowed Time è uno degli ‘highlights’ dell’album, un country blues di pregevolissima fattura, mentre Best Of Intentions è il singolo che gli ha portato un buon successo commerciale, rimanendo entro i limiti della musicalità tipica di Travis Tritt.
Eccellenti sono It’s A Great Day To Be Alive, firmata da Darrell Scott, forse una delle più belle melodie interpretate da Travis e Never Get Away From Me che lo stesso dedica Waylon Jennings e Jessi Colter.
Modern Day Bonnie And Clyde è un pulsante southern rock che non avrebbe sfigurato in un album della Allman Brothers Band o dei Lynyrd Skynyrd.
Rimanendo in questo ambito sono da segnalare le due fruttuose collaborazioni compositive con Charlie Daniels: If The Fall Don’t Kill You e Southbound Train, un classico country/rock/blues il primo, uno scatenato boogie con Aubrey Haynie al fiddle il secondo.
Il resto non è assolutamente da meno e il tutto forma un insieme assolutamente godibile e di gran valore. Consigliatissimo.
Columbia CK 62165 (New Country, 2000)
Remo Ricaldone, fonte Country Store n. 61, 2002