Per ogni lustro che passa, è ovvio, ci sarà sempre una celebrazione. Per Jimi Hendrix siamo già quasi alla quinta tappa che ne ricorda la morte, eppure l’interesse e l’amore per questo personaggio che seppe stravolgere i canoni musicali ortodossi, che non andavano oltre i tre minuti per pezzo, sembra continuare attraverso le generazioni, tramandato, come un rito apocrifo, dal fratello maggiore a quello minore.
Charles Shaar Murray, giornalista musicale inglese, dà alla stampa il suo lavoro Crosstown Traffic, titolo con tanti sottointesi e riferimenti alla tradizione blues che gli editori italiani hanno pensato bene di oscurare con una trasposizione che non va oltre il banale Jimi Hendrix. Una chitarra per il secolo.
Per fare un libro nuovo su un personaggio di tale calibro, sviscerato ormai in tutte le sue possibili trasversalità, bisogna come minimo avere un’idea originale o un vissuto talmente inondato dalla marea hendrixiana da indurre a esplicitare le proprie sensazioni con un entusiasmo e una sensibilità molto soggettive. E così è stato. Il libro di Murray non è una vera e propria biografia, ma piuttosto l’analisi di quel ‘demonio’ che ha determinato la nascita e l’evoluzione del blues, del jazz, del rhythm’n’blues e in sostanza di tutta la musica nera genuina, di quella stessa pulsione esistenziale che portò altri ‘maledetti’ a vagare, non solo musicalmente, senza posa per tutta la breve vita, come Robert Johnson, Charlie Parker, Albert Ayler e chissà quanti altri ancora.
Hendrix, il grande innovatore urbano che seppe cogliere le ansie che inquietavano senza barriera di colore i giovani di quel periodo a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, fu pure lui mosso dallo stesso demonio, col quale strinse il patto secondo cui in cambio della genialità creativa avrebbe dovuto rendere la giovane vita. Jimi cercò invano di fuggire, di pagare il pegno finale; si spostò freneticamente inventando e elaborando in ogni modo per liberarsi dalla stretta finale. Il demonio lo raggiunse il 18 settembre 1970.
Jimi Hendrix. Una chitarra per il secolo traccia una mappa fedele delle strade percorse da Hendrix per svincolarsi dal patto. Alla ricerca della sua libertà.
Roberto Caselli, fonte Hi Folks! n. 56, 1992