“Se fossi nata per essere un fiume vorrei essere il Tenneessee”. Si apre con questo incipit il terzo album delle Secret Sisters, duo vocale proveniente da Muscle Shoals in Alabama, dove il fiume Tennessee scorre imponente a fianco della loro città natale. E’ dalle correnti di questo lungo corso d’acqua che inizia la loro rinascita dopo il periodo difficile e doloroso attraversato a seguito dell’abbandono da parte della loro casa discografica dopo i due precedenti album che non hanno raggiunto il pubblico di massa.
L’industria discografica non perdona. Ne segue un tempo caricato dallo sconforto e dalla delusione di dover abbandonare il sogno di fare musica e di vivere attraverso essa. Tuttavia la necessità di scrivere, di raccontare e condividere non scompare mai e così, accompagnate da un forte spirito di resilienza e di tenacia, le sorelle Lydia e Laura Rogers ricominciano a trascrivere su carta le loro storie, partendo proprio dalle loro origini.
Le The Secret Sisters hanno il privilegio di essere un duo dotato delle più deliziose armonie vocali nel genere. Voci sinuose che rasentano la perfezione si muovono con dolcezza nel raccontare l’amore, il sentimento per eccellenza, in senso allargato, perché non c’è solo l’amore per un uomo, c’è anche l’amore per la famiglia, quello per la propria terra, quello per il sentimento finito, spezzato, trattato male.
You Don’t Own Me Anymore è un insieme di 12 storie raccontate attraverso sfumature contemporanee prevalentemente folk e country, e con qualche piccola pennellata di suoni pescati dal passato ma resi assolutamente moderni.
Prodotto dall’inarrestabile Brandi Carlile che con profondo affetto e stima verso le ragazze, delle quali era già ammaliata dalle armonie vocali, viene realizzato nel garage discografico dell’artista di Seattle assieme ai compagni d’avventura Tim e Phil Hanseroth.
Sia la Carlile che i gemelli partecipano anche alla stesura di testi e musica di alcuni brani quasi tutti composti dalle sorelle Rogers, fatta eccezione di due tracce: Kathy’s Song del songwriter statunitense Paul Simon, e il brano di chiusura Flee As A Bird reinterpretazione di un inno scritto nel 1840 dalla poetessa americana Shindler.
L’album si apre con l’ottima Tennessee River Runs Low, brano dal coro ipnotizzante, e continua soavemente su questa corrente virando verso il Mississippi, verso passaggi di vita leggera e allegra come in He’s Fine, verso tracce colme di nostalgia in Little Again e verso messaggi di profondo affetto dedicati a To All The Girls Who Cry.
E’ un album intimo assolutamente fruibile a tutti, in cui tutti davvero, in una storia o nell’altra, ci possiamo riconoscere, perché non si tratta di storie che si identificano esclusivamente con lo strascico di un periodo difficile delle sorelle, bensì di atti liberatori che vogliono spegnere la fiamma di quel dolore e guardare avanti con una luce ritrovata. Un profondo atto d’amore di Lydia e Laura verso sé stesse. Un atto d’affetto verso la nonna malata da tempo alla quale viene dedicata la copertina dell’album attraverso uno scatto della stessa in giovane età.
New West NW-5187 (Folk, Country Duet, Traditional Country, 2017)
Paola Accordini, fonte TLJ, 2024