Dopo una serie di produzioni minori in Europa, questo musicista hawaiano riesce ad assemblare il suo primo vero album. Un lavoro dalle molte sfaccettature dove, con un ‘low budget’, Hank porta l’ascoltatore in un caleidoscopico viaggio alle radici della musica tradizionale americana divagando tra il rock d’autore contemporaneo.
Con un’esperienza ventennale ‘on the road’, Hank produce un gioiello tra rock, blues, folk, country e bluegrass, con pochi collaboratori e suonando spesso tutti gli strumenti.
Questo cantante-chitarrista assembla un guitar-album capace di spaziare tra tutti i generi citati all’insegna di un slide-giutar sound quanto mai accattivante e raffinato.
I suoi undici brani originali fanno tesoro delle influenze dei suoi favoriti di tutti i tempi, Ry Cooder, J.J. Cale, Keith Richards, Mark Knopfler sino a Doc Watson e Robert Johnson, dei quali si sentono qua e là echi ed influenze.
Dotato di una voce molto bella e pulita, Hank è un musicista semplice e comunicativo come pochi ed il suo stile chitarristico incanta subito. La sua musica scivola via, affascinando l’ascoltatore proprio in virtù della capacità di comunicazione dell’autore che è un entertainer di razza oltre che un virtuoso dello strumento. Accanto allo splendido repertorio originale, dove troviamo più di un brano che si fa ricordare, la title track Low Budget e Hank Williams Must Be In Heaven Now, sentita ode ad uno dei padri della country-music, su tutti, abbiamo la possibilità di sentirlo rivisitare anche i suoi idoli. Six Blade Knife, dai Dire Straits degli esordi in una lunga cover d’atmosfera, 32-20 Blues, Robert Johnson in graffiante veste elettrica, e Mona di J.J. Cale, musicista che gli è idealmente vicino come pochi. Un nome buffo ma da ricordare!
CrossCut CCD 11046 (Roots Rock, 1994)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 7, 1994