Irlandese purosangue, Tony McLoughlin ha da sempre guardato all’America come punto di riferimento per il suo suono, fortemente chitarristico e al tempo stesso ispirato alla più nobile canzone d’oltreoceano, con Bob Dylan e JJ Cale nel DNA.
Cinque album all’attivo, incisi tra la Germania e gli Stati Uniti, due luoghi che assieme alla nativa Irlanda hanno fatto da palcoscenico ad una attività live corposa ed interessante. Tony e la sua inseparabile Telecaster hanno condiviso il palco con musicisti del calibro di Steve Earle, Lee Roy Parnell, Arlo Guthrie, Kinky Friedman e Tom Paxton tra gli altri, proponendo un solido mix di rock e radici, personale e qualitativamente rilevante.
The Contender vede la produzione di Ben Reel che aveva già curato il precedente Ride The Wind del 2010, un disco che ha contribuito a far crescere di molto la considerazione di Tony McLoughlin in ambito americano. Il suono è asciutto e, come detto, chitarristico, con robuste ballate elettriche inframmezzate da momenti acustici e country che ben bilanciano un lavoro ampiamente positivo, contraddistinto da una voce roca e nel contempo espressiva pur non ricchissima come estensione. In The Time, Tennessee Rose e Two Riders sono le più acustiche e cristalline tra le canzoni proposte, Moonshadows rimanda al Mark Knopfler più ispirato e roots, I Get The Message, Harlan Road, Turn The Music On, Travelling Song e I Found A Star celebrano la forza e la passione insita nella musica di Tony McLoughlin, un artista certamente non rivoluzionario ma che ha l’esperienza e le doti sufficienti per proporsi con sagacia ed intelligenza.
Wild Eye (Roots Rock, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013
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