Joe Fournier è un polistrumentista canadese giunto al suo secondo album, dopo Raw Sugar Shed, registrato sempre per la svedese Dusty Records nel 2002. Il sound è ruvido e roccato, con frequenti infiltrazioni blues quali l’iniziale Wild Side Of Life, I Like Junk o Ridin’ Shank’s Mare, pur prestando orecchio ad altrettanto frequenti puntate in territori più squisitamente cantautorali.
Anche il country è rivisitato, seppure in modo molto personale, ed il prodotto finale risulta filtrato attraverso la sensibilità musicale del nostro, che compone tutti i brani, li suona (ad eccezione del trombone di Phil Sedore) e li canta.
Se la già citata Wild Side Of Life è un blues classicamente elettrico, il title-track è urlata sugli accordi di una chitarra acustica, ben presto affiancata dal resto degli strumenti (chitarra elettrica e sezione ritmica) per comporre un roccioso messaggio rock.
Almost Got It Made è un rock denso di precisi riferimenti, Creedence Clearwater Revival in testa, con ricercati supporti vocali grazie ai Joe-Diners (non male come trovata).
She’s Gone Bad è un country-blues acustico e classico, ben confezionato ed altrettanto ben eseguito da Joe.
I Like Junk è il pachidermico rock-blues di cui si disquisiva in apertura, mentre Big Mistake mi ricorda molto certe cose acustiche di Graham Parker, Deluxe Ride ben si abbina a certi episodi rock’n’roll a-la Little Richard e Picture In My Mind sembra ammiccare al boom-chicka-boom sound di Johnny Cash prima versione.
Darlene non aggiunge granchè a quanto proposto fino ad ora, mentre My New Life ha il passo rilassato della grande ballata acustica, con una solista elettrica che accenna qualche nota prima del boogie minimalista di The Adventures Of Joe And Marie.
Il resto non sposta i termini della questione, aldilà della languida Mild Side, con una slide acustica molto bella: Joe Fournier rimane un onesto mestierante che è destinato all’oblio in quel limbo densamente popolato che è il serbatoio dal quale attingono le etichette indipendenti.
Dusty DUST CD 13 (Alternative Country, Roots Rock, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 72, 2004