Il Todd Snider degli ultimi tempi è ben diverso dall’arrembante rocker che avevamo amato ai tempi del suo debutto, l’acclamato Songs For The Daily Planet, uno dei migliori esordi cantautorali degli anni ’90. Non che abbia perso il gusto per la sua vena lirica umoristica e allo stesso tempo corrosiva, ma musicalmente siamo ben lontani da quel rock che sembrava guardare allo Springsteen più eccitante degli anni Settanta, anche se una vena folkie era sempre ben presente.
Questo New Connection ci conferma che Todd è adesso un ‘tranquillo’ country singer, un po’ alla John Prine (incide per la sua etichetta e duetta con lui in Crooked Piece Of Time, peraltro scritta dallo stesso Prine), dai toni sommessi ed essenzialmente acustici. A parte l’iniziale ballatona dalle venature rock che è la title-track, brani come la divertente Beer Run sono pura Nashville music.
Sono andati i toni squillanti di una volta, la voce di Todd è dimessa e a tratti quasi in secondo piano, ma leggere i suoi testi è sempre una goduria. Ad esempio quelli di Vinyl Records, dove elenca tutti i dischi che ha ascoltato per una vita (e che, avverte, se deve scegliere tra i suoi vestiti e i vinili non ha dubbi: sceglie questi ultimi), una lista lunghissima che comincia con Woody Guthrie, passa per i New York Dolls fino a confessare, con simpatica autoironia di “come qualcuno di voi avrà capito, ho mucchi e mucchi di dischi di Tom Petty”.
Oppure l’altrettanto divertente Statician’s Blues, dove se la prende con i maniaci delle statistiche a tutti i costi.
Il tono generale è però un po’ troppo dimesso e musicalmente Todd fa fatica a brillare come in passato, una direzione che sembra aver imboccato ormai da troppo tempo.
Oh Boy 23 (Singer Songwriter, Alternative Country, Roots Rock, 2002)
Paolo Vites, fonte JAM n. 84, 2002
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