Ryan Boldt, già leader della band canadese Deep Dark Woods, sforna un disco solista che è il naturale sfogo ad una attività artistica il cui sguardo è spesso rivolto alla tradizione, pur in un ambito più elettrificato e moderno.
Broadside Ballads è fin dal titolo estremamente significativo, un viaggio attraverso ballate di chiara matrice britannica, tutte tradizionali tranne una, Leaning On The Everlasting Arms che non sposta minimamente il baricentro sonoro dell’album. Ryan Boldt narra le storie con un sussurro, sfiorando le note con estrema grazia e dolcezza, facendosi accompagnare da scarni arrangiamenti che non fanno che amplificare lo spirito di queste registrazioni.
Chitarre acustiche, un banjo, un mandolino, un violino, un violoncello, tutti pizzicati con grande discrezione e leggerezza, e poi, come in Poor Murdered Women, chitarre elettriche che rimandano ai gloriosi giorni delle fusioni tra folk e rock di band come Fairport Convention e Steeleye Span. Love Is Pleasin’ apre con una melodia classica, fortemente evocativa, subito memorizzabile e via con un repertorio orientato alle isole britanniche, da Just As The Tide As Flowing a The Welcome Table i cui rimandi alle melodie secolari legate al gospel la riportano in terra americana, dall’austera Sally My Dear a The Auld Triangle, nota per essere stata inserita nella colonna sonora del film dei fratelli Coen A Proposito Di Davis, in una versione più da sea shanty, fino a Lazy John, melodia tradizionale e testo scritto dallo stesso Ryan Boldt, ancora una volta intrigante per il suo approccio sentito ed evocativo.
Broadside Ballads è sicuramente un disco di nicchia, interpretato in punta di piedi. Sta a voi scoprirne gli aspetti più intimi e accorati.
Dahl Street (Folk, Folk Revival, Singer Songwriter, 2015)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2015