Sotto questa sigla, o meglio acronimo, si presenta nel panorama bluegrass una nuova band costituita do Vernon Allred (basso), Craig Smith (banjo), Scott Huffman (chitarra) e Tony Williamson (mandolino).
Di questi signori, lo confesso, conoscevo e quasi idolatravo solo Craig Smith, formidabile banjoista considerato da molti uno dei più solidi e innovativi musicisti bluegrass contemporanei, ma ahimè rimasto in piena luce solo per la breve esperienza con i Summer Wages.
Di Smith si può dire solo bene, anche se in questo album, inspiegabile, le sue reali virtù non sembrano esaltate al meglio. Dei suoi compagni di viaggio si possono pure dire buone cose dal punto di vista strumentale, anche se non sempre buona tecnica significa necessariamente individualità e originalità: le voci, però, non mi sembrano particolarmente esaltanti, pur essendo buone e molto precise.
Anche la scelta dei pezzi non è delle più brillanti, e devo dire che una volta tanto i pezzi più tradizionali, anche se in un paio di casi forse un po’ troppo sentiti, dimostrano una superiorità schiacciante su brani originali contemporanei, francamente un tantinello scipitini.
Ma non crediate che la mia sia una recensione negativa: vorrei che i gruppi del calibro di questi ASH & W fossero più numerosi, ma è che, scusate, mi fa incazzare il fatto che musicisti di questa levatura possano sfornare album che non li rappresentino degnamente.
Il caso di Craig Smith è paradigmatico: ho un nastro registrato da lui in casa, solo lui e il suo banjo: bè, vi giuro che la classe che trasuda da questa registrazione casalinga è solo una pallida copia di quella (di ben sette o otto anni successiva) che potete apprezzare da questo album.
Peccato, ma gente, mi raccomando, compratelo ugualmente! Le potenzialità ci sono, e dovendo scegliere fra le nuove band ASH & W si merita comunque un posto alto in classifica.
Rebel 1686 (Bluegrass Tradizionale, 1990)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 10, 1991
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