Presentato dalla stampa australiana come il nuovo Lee Kernaghan, Adam Brand da Perth, debutta con un album che merita di essere segnalato per la freschezza della musica proposta.
La sua fortuna di singer-songwriter è iniziata un paio di anni fa, quando un suo demo-tape giunge sulla scrivania di Graham Thompson che, oltre essere il bassista di Slim Dusty, Anne Kirkpatrick e Vince Gill, è anche uno dei più abili producer australiani. Graham capisce di trovarsi di fronte a un vero talento e presenta Adam alla Festival Records che non perde tempo e mette subito l’artista sotto contratto.
Il risultato di questa collaborazione è lo stupendo Adam Brand, un album dal suono molto originale anche se mi sembra evidente la profonda influenza che sia John Mellencamp che Dwight Yoakam hanno avuto sul background musicale del nostro Adam.
Oltre ad essere un ottimo interprete Brand è anche un compositore prolifico, 10 dei 14 brani del CD portano infatti la sua firma. Nelle sue canzoni, che traggono l’ispirazione dalla vita di tutti giorni, si parla di entusiasmanti corse in macchina
lungo sconfinate e polverose roads che si perdono nel nulla, di amori più o meno fortunati, di spostamenti attraverso l’Australia alla ricerca di nuove opportunità.
Si tratta di un album intenso e musicalmente lontanissimo dal moderno sound di Nashville, rivolto soprattutto a un pubblico che apprezza la musica d’autore in grado di durare nel tempo. Collaborano al CD in veste dì co-autori Graeme Connors (Here And There) e Colin Buchanan (Losing Streak), mentre Melinda Schneider duetta con Brand in Words Cannot Say, una classica love song.
Un album emozionante proprio come può essere l’outback del Queensland o del Nuovo Galles del Sud.
Flying Nun 31873 (Traditional Country, Singer Songwriters, 1998)
Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 44, 1998