Albert Lee - Gagged But Not Bound cover album

La più fervida e fantasiosa chitarra country-blues degli anni ‘80 (come anche definita dalla più autorevole critica d’oltreoceano) prosegue la linea solista inaugurata con Speechless (MCA Master Series, 5693, 1986).
Dopo una lunga stagione trascorsa all’ombra dei big, quale apprezzato session man on stage e fenomenale turnista di sala con Eric Clapton, Emmylou Harris, Dave Edmunds, Ricky Skaggs e tanti altri, approccia, con uno stile proteiforme e venato di enorme versatilità e talento, le tappe più significative della storia musicale angloamericana black & white.
L’esordio è di immediata presa emotiva: lo splendido scoto traditional Flowers Of Edinburgh, riversato con talento sulla chitarra acustica ‘sola’. Anche il rock’n’roll ‘arcaico’ gli si addice ed eccolo appunto eseguire con vivacità e destrezza, da strumentista consumato, Don’t Let Go, supportato da Jim Cox (pianista e coarrangiatore), Jimmy Johnson (al basso), John Ferrara (alla batteria) e da un sax ensemble assai affiatato.

Come per l’intero album, trattasi di musica strumentale (senza quindi apporti vocali) anche la traccia successiva, un brano tradizionale, Midnight Special, in versione acustica integrale con l’harpsichord che tesse il fondale sonoro in modo convincente. Albert, dal talento polivalente, si cimenta a meraviglia anche nel grande classico Tiger Rag, sfruttando l’abilità manuale anche su mandolino ed hambone.
La vecchia scuola di Heeds, Hands & Feet (primi anni ‘70) e l’esperienza di indubbio valore fatta con i Crickets (mitico gruppo di Buddy Holly!) continuano a far sortire effetti pirotecnici dalle dita del lead guitar-man più ricercato del momento. Così in Forty Miles Of Bad Road (autori famosi Al Casey e Duane Eddy), blues splendido ed intenso, le corde della chitarra vibrano cristalline e suadenti, appena sfiorate ma potentemente risuonanti. Impeccabile l’esecuzione del sottofondo e dell’inciso (in luogo dell’armonica a bocca abituale) assegnata all’harpsichord.

La seconda facciata mantiene e conserva l’elevato tasso tecnico delle performance di Albert & Company. Inizia con un boogie energico e salutare (come la leticina di soia a colazione) per proseguire con la cover di Walkin’ After Midnight (Don Hecht, Alan Block), interpretata con rara penetrazione testuale.
In duo chitarra/tastiere il lato B offre poi la romantica Schon Rosmarin a ritmo di valzer, mentre Country Gentleman ostenta genialità rurali di grande pregio (opera di Chet Atkins), elaborata su scansioni di marcia/polka molto evidenti e marcate. Timbrica sempre eccellente anche nel ‘solo piano’ seguente, di sapore per così dire windhamilliano allo stato puro; molto intimista ed introspettivo il brano Monte Nido, denso di atmosfere ‘dark’.
Oklahoma Strake sigilla magistralmente il 33 con un movimentato alternarsi di strumenti dominanti; sovrapposizioni percussive, refrain di basso programmato; mutamenti periodici di clima ed aperture con ritmo cadenzato dei fiati. Davvero una gemma.

MCA Master Series 42063 (Country Rock, Traditional Country, 1987)

Patrizio Visco, Hi, Folks! n. 28, 1988

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