Il nome di Albert Lee è da sempre legato ai più bei nomi del rock e soprattutto di un certo country-rock, per lo più di matrice californiana, tipo quello che ha allietato le orecchie degli acquirenti di dischi degli anni ’70.
Nonostante le sue origini si perdano in Gran Bretagna, anche per Albert Lee l’America ha segnato la differenza fra l’anonimato (o quasi) e l’etichetta di superstar, specialmente nel periodo d’oro nel quale ha militato nella Hot Band di Emmylou Harris, con la quale ha comunque continato a collaborare fino ad oggi (e presumibilmente oltre).
Se Albert Lee è particolarmente dotato come chitarrista (più elettrico che acustico), è altrettanto inoppugnabile che le sue doti di cantante siano molto più modeste.
Questo non gli ha naturalmente impedito di registrare albums solistici, pur dilazionando la sua produzione nell’arco di oltre trent’anni, considerando anche la sua militanza nel gruppo inglese degli Head, Hands & Feet.
Questo Heartbreak Hill ci propone varie covers rivisitate grazie alla sensibilità chitarristica di Lee che rilegge pagine care agli ultra-quarantenni (come me).
If I Needed You di Townes Van Zandt è impreziosita sia dai virtuosismi chitarristici del titolare, che dal duetto che vede Maura O’Connell affiancare lo stesso Albert alle parti vocali.
Born To Run (Bruce non c’entra) è il country-boogie che aveva inciso anche Emmylou, qui riproposto in veste smagliante, Luxury Liner è parimenti tratta dal repertorio della (ancora) bella country-vocalist, in una versione solo strumentale davvero eccellente, con performances stellari dello stesso Lee, di Vince Gill e Brad Paisley: tutta da sentire e risentire.
In My Dreams è puro country-rock anni ’70, mentre Two More Bottles Of Wine (dal songbook di Delbert McClinton) è fortemente rallentata rispetto alla cover di Emmylou del 1978. Troviamo poi un paio di covers a firma Rodney Crowell, anche lui assorto a fama solistica dopo aver militato nella succitata Hot Band, vero e proprio trampolino di talenti.
‘Til I Gain Control Again è stata riproposta da tanti interpreti, fra i quali Willie Nelson e resta comunque un classico della moderna country-music.
Albert è superbo all’acustica solista, si esibisce anche al piano ed è aiutato da Mickey Raphael, armonicista della band di Willie ed One Of These Days è un altro esempio di fulgido country-rock (mi verrebbe da scriverlo con la lettera maiuscola), che già la solita Emmylou aveva fatto suo.
Il disco – bellissimo, in verità – si chiude con l’altra cover a firma Rodney Crowell, quella Bluebird Wine che mi piacerebbe proprio vedere eseguita live, con il drumming incalzante, il banjo (di Earl Scruggs) che trotterella docilmente dietro steel e chitarre varie: grande musica da grandi musicisti.
Sugar Hill 3977 (Country Rock, Traditional Country, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 72, 2004