E’ curioso come il nome di Art Stamper sia forse più noto al di fuori degli States (ovviamente per i bluegrassari seri) che in casa sua. Questa è almeno l’impressione che ho avuto notando che ogni persona con cui capitava di parlare di Stamper si affrettava a spiegarmi “Sai, quello che un tempo suonava con gli Stanley Brothers”.
Da vecchio maniaco della storia del bluegrass mi sembrava strano che qualcuno si sentisse in dovere di spiegare fatti a me noti da tempo: chi può non sapere, pensavo, che Art Stamper partecipò nel ’52 alle storiche prime incisioni degli Stanley Brothers per la Rich-R-Tone, e in seguito per la Mercury, e solo 4 anni dopo aiutò gli Osborne Brothers ad incidere le altrettanto storiche sides con Red Allen per la MGM? Già, chi non lo sa? Ebbene, il titolo di Lost Fiddler non è affatto casuale, visto che Stamper, dopo avere esordito così alla grande, scelse di ritirarsi dalla scena per lunghi anni, dal ’56 sino al ’79, dedicandosi ad una certo più tranquilla carriera di parrucchiere (scusate, hair stylist) a Louisville, e venendo in tal modo dimenticato dal grosso pubblico.
Nel ’79 il nostro entrò full-time nella band dei Goins Brothers, restandovi sino al ’94, per poi diventare nuovamente un Clinch Mountain Boy con l’amico Ralph, prima di essere sostituito da James Price e tornare ad un relativo anonimato. Nel frattempo è però riuscito ad affidare la propria arte a nastro magnetico, regalandoci 12 pezzi incisi in compagnia di tali J.D.Crowe, Harry Bickel (clawhammer banjo), Danny Jones (mandolino), Steve Cooley (contrabbasso), e Blake Stamper (figlio, alla chitarra).
La scelta dei pezzi, tutti tradizionali salvo Red Apple Rag di Arthur Smith e la splendida Midnight On The Water di Benny Thomasson, non è sicuramente l’unico motivo di interesse per questo CD, anche se i titoli non sono dei più noti (niente Sally Goodin o Katy Hill!), ed è anzi proprio nella diversità delle fonti sfruttate e nello stile personale di Stamper che gli appassionati di fiddle troveranno motivo di divertimento.
Stamper, vuoi per età vuoi per formazione personale, è old-timey almeno quanto è bluegrass, ed inoltre non ha tralasciato di farsi influenzare dalla country music degli ultimi 50 anni (!!), incorporando quindi i suoni più disparati nel proprio stile.
La registrazione, almeno per gli standard di oggi, non è delle più accattivanti, con un mix che non fa certo uscire gli altri strumenti (‘J.D. nuts’, scordatevi di sentire bene quello che il nostro idolo suona), ma nel complesso chi ama il bluegrass fiddle può qui trovare più di una motivazione per l’acquisto.
County CO-CD-2712 (Old Time Music, 1994)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 32, 1996