Barry Ollman - What’ll It Be cover album

Ha esordito molto tardi Barry Ollman, cantautore che fin dagli anni sessanta ha calcato i palchi con la sua musica ispirata alla tradizione folk. Nel corso degli anni ha affinato una vena compositiva di tutto rispetto, si è avvicinato spiritualmente ai suoni di Laurel Canyon e della scena westcoastiana e ha stretto amicizia con gente del calibro di Graham Nash, Gary Tallent, David Amram e James Raymond, tutti presenti in questo suo primo album intitolato What’ll It Be?, un lavoro molto interessante e ricco di spunti.

Dieci canzoni a sua firma che mostrano quanto questo disco sia al tempo stesso un punto di arrivo ma anche di partenza per una carriera magari non ricca di grandi soddisfazioni commerciali ma probabilmente piena di belle emozioni condivise.

E’ proprio la canzone che apre il disco ad essere il suo manifesto sonoro grazie alle armonie vocali di Graham Nash, al suo essere vicina alle sonorità dell’ex Hollies e CSN&Y e al fare emergere la passione comune per la fotografia. Imogen’s Lament gioca subito bene le proprie carte posizionandosi in cima, dal punto di vista qualitativo, alla raccolta.

See Ya In Okemah celebra un’altra delle grandi passioni nella vita di Barry Ollman, quella di Woody Guthrie del quale il nostro è sempre stato un cultore, Painting The West è ancora una melodia lineare e limpida, Blue Colorado e The Old Country lo accostano ad una country music di grande impatto melodico e cantautorale mentre in Almost Time il piano di James Raymond nobilita una già importante linea melodica.

In definitiva What’ll It Be? va ad aggiungersi a quella ampia schiera di ottime produzioni indipendenti che fanno da base ad un ricco e propositivo panorama roots senza il quale saremo tutti un po’ più poveri.

Autoprodotto (Singer Songwriter, 2014)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2014

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