Con una media di un disco all’anno Ben Bullington si sta facendo largo tra la miriade di singer-songwriters che affollano la scena tra country e folk grazie ad un talento superiore alla media e ad una sensibilità che lo ha portato a raccontare gustosi quadretti di provincia, storie tanto semplici quanto profonde.
Dopo il pregevole Lazy Moon pubblicato nel corso del 2012 ecco un disco omonimo che si pone come una delle migliori prove della sua carriera, ancora una volta accompagnato da una serie di nomi di grande caratura nell’ambito roots. Will Kimbrough è ancora una volta al fianco di Ben Bullington, prestandogli sia la sua esperienza come musicista che come produttore, fissando i parametri giusti per un album fortemente radicato nella tradizione folk. Dave Jacques è un bassista molto ricercato in quel di Nashville, Joanne Gardner è una cantante dotata di grande delicatezza, i cammeo del leggendario Bill Payne, pianista dei Little Feat che caratterizza la conclusiva The Last Adios e quello di Mary Chapin Carpenter che appare nella notevole Here’s To Hopin’ sono ulteriori punti a favore di queste sessions, rilassate e stimolanti.
The Wildest Girl I Know si pone tra Townes Van Zandt e il ‘blues pickin’ di Mississippi John Hurt, Appalachian Mtn Delta Blues è una sorta di manifesto, con numerose citazioni musicali, Maybe There’s A Future For A Cowboy e Country Music (I’m Talkin’ To You) sono riflessioni tra passato e presente, tra il nativo Montana e il Tennessee dove ancora una volta il Nostro è andato ad incidere, Heartbreak In Your Arms è toccante ed appassionata, His Chosen Time è una ballata dal forte sapore western, priva di ogni retorica.
Solo alcuni titoli per consigliare un ennesimo ottimo prodotto del panorama indipendente statunitense.
Autoprodotto (Country Folk, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013
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