“Blu di Genova è un filo che collega il passato al presente: è il tessuto di tela blu dell’abito da lavoro, oggi tessuto jeans, prodotto a Genova e approdato in America; è la melanconia dello scontro dell’arte con la realtà; è la mia esperienza musicale vissuta ‘on the road’ tra la mia città natale e il resto del mondo”.
Blu di Genova è il bel titolo dell’ultimo disco del nostro Gambetta. Non so che effetto farà su di voi, posso dirvi che per me ascoltare questo compact disc ha significato ricordare parte degli ultimi vent’anni della mia vita attraverso i tanti incontri avuti con Beppe. A partire da quella convention di Ponderosa del 1982, quando il Red Wine Gambetta rovesciò sul pubblico una valanga di note con tutta l’intenzione di sbalordire, riuscendovi.
Lo incontrai altre volte prima che abbandonasse la band e il bluegrass. A dargli forza, credo, in questa scelta fu Dialogs del 1988, il suo primo progetto discografico, un LP registrato davvero on the road, con un portatile trascinato in buona parte degli Stati Uniti per immortalare momenti unici con buona parte dei grandi della chitarra (e del banjo).
Già allora, con quel debutto di classe, fu estremamente chiara la sua volontà nel voler cercare una strada personale. Incalcolabile il numero delle strade percorse da Beppe in questi quindici anni, molte le collaborazioni, centinaia i concerti, decine i tour in tutto il mondo, tantissimi i voli per e dagli Stati Uniti dove, visita dopo visita, hanno imparato a riconoscerlo come un artista capace di far sue le tradizioni del vecchio e del nuovo mondo, rielaborandole attraverso la sua sensibilità e tecnica, piuttosto che come ultimo ‘asso della chitarra’.
Cavaliere barbuto ed errante, armato di sola chitarra, ho incontrato Beppe Gambetta cento altre volte in questi anni; toccate e fuga, arrivi e partenze, pause brevi, giusto per depositare in un angolo della propria mente le esperienze raccolte, e via ancora alla ricerca di elementi che potessero avvicinare Genova, il Mediterraneo, l’Europa dell’Est e la tradizione Americana. Questo é stato il suo vero campo d’azione, è riscontrabile in ogni sua produzione discografica, particolarmente in Good News From Home, ed è il leitmotiv di Blu Di Genova, vera summa delle esperienze del chitarrista, compositore, cantante Beppe Gambetta.
Il suo disco più bello ad oggi. Un album che racchiude tutti i suoi amori, il suo percorso. Un disco caldo e avvolgente. Con un Gene Parsons strepitoso al banjo e cori, un bravissimo Marco Fadda alle percussioni, con la destrezza di Filippo Gambetta al diatonic accordeon, la classe di Carlo Aonzo e Dan Crary al mandolino e chitarra, e poi Martino Coppo, Mario Arcari, Glen Moore, Phil Neuman, tutti assolutamente convinti e bravi nel loro ruolo.
Blu Di Genova è un disco importante. Per ciò che ci fa ascoltare, ancora di più per quello che ci fa sentire.
Dunya Records Fy8054 (Singer Songwriter, New Acoustic Music, Traditional Country, Bluegrass Tradizionale, 2003)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 64, 2002
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