Billy Bremner? Un illustre sconosciuto? Non proprio. Questo cantante e chitarrista scozzese passò un pó di tempo con l’ultima incarnazione dei Lulu’s Luvvers, divenuta in seguito nel ’76 una ‘road-band’, gli Walker Brothers. Il suo stile molto particolare di suonare la chitarra, lo fece amare a personaggi quali Dave Edmunds e Nick Love, quindi Billy diventò parte trainante dei Rockpile, i quali fecero da supporto a Edmunds e Love nei loro album. Alcune ragioni contrattuali impedirono ai Rockpile l’uscita del loro primo album fino agli inizi degli anni ’80, e dopo questo esordio Bremner lascia il gruppo e inizia la sua carriera da solista con Loud Music In Cars, prima di trasferirsi definitivamente a New York City nell’84 incidendo Endless Sleep, un lavoro in chiave pop-classico.
Bene, dopo questo preambolo, necessario per i ‘neofiti’ e soprattutto per inquadrare il personaggio, veniamo ora al suo nuovo A Good Week’s Work che si può dire trattasi di un nuovo esordio, in quanto il Nostro nel periodo di tempo non menzionato, ha preferito collaborare a produzioni importanti con artisti quali Kieran Kane, Foreigner, Coal Porters, Kelly Willis, Pretenders, Pat McLaughlin e Elvis Costello.
Sia chiaro che non ci troviamo di fronte a nulla di nuovo ma, se non altro, Bremner cerca una propria via e la trova senza far uso di mezzucci, né cercando di copiare a destra e a manca, come molti suoi colleghi con più faccia tosta e meno intelletto. I Thank Them, A Fine Set Of Wheels, Pass This Story Round, Now Is The Time, Who Says Who Cares e You Got To Me i momenti migliori del CD che ha la sua forza nell’unitarietà dei brani, nella produzione molto curata e, ovviamente, nel talento e mestiere di Billy Bremner. Per gli appassionati del genere (rockabilly) è un CD da non lasciarsi sfuggire.
Gadfly 243 (Rockabilly, 1998)
Tino Montanari, fonte Out Of Time n. 29, 1998
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