Billy Strings & Don Julin - Fiddle Tune X cover album

Seconda prova del duo Billy Strings & Don Julin, chitarra e mandolino, il giovane talentuoso alle sei corde ed il veterano alle quattro corde doppie. Album registrato durante alcuni concerti con un solo microfono ed i musicisti che si avvicinano o allontanano per far più o meno sentire i proprio fraseggi o accordi.

Inizio dedicato ad uno straclassico Beaumont Rag che, dinamica e ricca di energia, presenta il chitarrismo pulito ed efficace che anche noi che si rimpiange la versione del grande Doc Watson non possiamo restare indifferenti. Bluesy l’atmosfera di Walk On Bay di Mel Tillis & Wayne Waker, a cui seguono altri tre classici, la tradizionale Open Up Them Pearly Gates, That Home For Away a firma Ralph Stanley e Miss The Mississippi And You di Jimmy Rodgers, tutte regolari come stile comanda. Si prosegue con una composizione di Don Julin The String Changing Tune il tre/quarti tipico che non manca mai in un album bluegrass. Il medley Salt Creek/Old Joe Clark con banjo mandolino e sapore old time da ballo. Quindi Sharecrapper’s Son scritta da Carter Stanley & Ralp Stanley, seguita da Lonesome Moonlight Waltz di Bill Monroe. E’ il momento di un intramontabile evergreen, il cartello di Merle Travis, l’unica e sempre emozionante I’m A Pilgrim in una delle molteplici versioni, interessante. Altro traditional Poor Ellen Smith che non mi coinvolge molto preferendo versioni più intime, alla Norman Blake per intenderci.

E’ il momento del brano d’autore, la title track Fiddle Tune X composta da Don Julin che sinceramente trovo più a suo agio nello scrivere brani jazz che brani in stile tradizionale dove pare voglia a tutti i costi inserire qualche cosa di strano, non riuscendoci anzi rendendo pesante l’incedere. Parere opinabile ovviamente, ma chi mi legge sa che sono sempre orientato verso nuove soluzioni che in questo caso però trovo non riuscite. Vabbè nessuno è perfetto.
Dos Banjos di William Apostoles ricorda le sonorità old timey di Uncle Dave Macon. Di A.P. Carter I Ain’t Gonna Work Tomorrow con pubblico che esplode in sala. A chiudere Shady Grove, brano che amo da sempre in tutte le sue salse, e Little Maggie un po’ confusionaria. Ultimissima traccia How Mountan Girls Can Love degli Stanley Bros con effetto vecchia radio, per finire in bellezza. Come il precedente CD del duo anche questo è da avere.

Autoprodotto (Country Duet, Bluegrass Tradizionale, Old Time Music, 2014)

Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2015

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