Black Sorrows – Endless Sleep e One More Time cover album

Dietro al nome Black Sorrows c’è uno dei più attivi ed instancabili musicisti australiani: Joe Camilleri da Melbourne. Fin dagli anni sessanta Joe con i King Bees e poi con mille altre reincarnazioni ha ripreso con passione e grande cuore la musica americana legata a blues, soul e rock’n’roll, cogliendo buoni riscontri anche negli Stati Uniti ed in Europe oltre che nella madrepatria. Nel 1984 forma i Black Sorrows che nell’attuale formazione comprende John McAll alle tastiere, Claude Carranza alle chitarre, Mark Gray al basso e Angus Burchall alla batteria, band corposa e solidissima.

Endless Sleep riporta sulle scene dopo qualche anno Joe Camilleri e i suoi pards in quella che è sempre stata una grande passione, quella delle covers e quello che ne esce fuori è un divertentissimo collage di emozioni, alcune sorprendenti altre magari meno coinvolgenti, tutte che comunque fotografano molto bene un musicista onesto e genuino. Dalla travolgente Devil In Disguise di JJCale che rimane a mio parere uno dei momenti migliori del disco e Dirty Boulevard di Lou Reed alla quale vengono aggiunte inflessioni roots, da una ottima God Don’t Like It ad una meno riuscita Excitable Boy di Warren Zevon fino alle positive I’m So Lonesome I Could Cry di Hank Williams, 61 Highway di Mississippi Fred McDowell, Story Book Love di Willy DeVille e Just Like The Fool That I Was di Eddie Hinton, Mr. Camilleri esprime tutta la sua versatilità e amore per la musica, magari non sempre in modo lucido ma dotato di talento eccellente.

Ad accompagnare Endless Sleep, un po’ per ricordare il passato, è stato aggiunto un secondo disco contenente tredici tracce che raccontano la storia dei Black Sorrows negli ultimi venticinque anni, intitolato One More Time, un intrigante viaggio attraverso suoi hits come Snake Skin Shoes, Hold On To Me e Harley & Rose, sottolineando con Lucky Charm, Country Girls e Little Murders una buona verve e una buona capacità compositiva. Da (ri)scoprire per rendere omaggio ad un ottimo gregario della musica rock.

Rootsy.nu 119 (Roots Rock, 2015)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2015

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