Per chi segue la musica bluegrass i Blue Highway hanno certamente bisogno di poche presentazioni: una delle più longeve band in circolazione che, fatto più unico che raro, ha mantenuto praticamente intatta la propria line-up nel corso di una carriera ricchissima e pregnante contraddistinta da una serie impressionante di ottimi dischi.
Il talento del chitarrista Tim Stafford, del bassista Wayne Taylor, del mandolinista (ma anche eccellente chitarrista e fiddler) Shawn Lane, del dobro player Rob Ickes e del banjoista Jason Burleson ha creato un vero marchio di fabbrica che si è riproposto disco dopo disco, stupendo sempre per limpidezza strumentale e vocale e per intensità compositiva, essendo il loro repertorio per lo più strutturato su materiale originale.
Sounds Of Home riprende il loro discorso dopo la rievocazione retrospettiva del precedente Some Day: The Fifteenth Anniversary Celebration, e lo fa con grande vitalità e passione, come se tutti questi anni on the road e in studio non avessero lasciato nessuna ruggine o ruga. Il gusto per la melodia, la naturale inclinazione verso una tradizione perfettamente inserita nell’attualità, il calore interpretativo rendono Sounds Of Home un album godibilissimo, perfetto quadro dello stato di forma di una band veramente al top. Lo si capisce subito dall’iniziale I Ain’t Gonna Lay My Hammer Down di Shawn Lane e del bassista degli Union Station Barry Bales e naturale è lo scorrere del resto delle canzoni, dalle title-track a Bluebird Days, dall’attuale Restless Working Man alle splendide Heather And Billy e Storm, senza che una nota venga sprecata. Nobody’s Fault But Mine è l’unica cover, notevolissimo traditional qui riproposto con un ‘high lonesome sound’ veramente affascinante.
Disco da acquistare a scatola chiusa se amate la musica bluegrass, consigliato senza remore se ancora non conoscete i Blue Highway.
Rounder 1 1661-9107-2 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, Country Acustico, 2011)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2011