Meglio tardi che mai. Il detto calza proprio a pennello. Anche perché per noi di Out Of Time non è essenziale che il disco che recensiamo sia nuovissimo ma guardiamo più ai suoi valori. E il discorso vale per questo Blue Rodeo. Le qualità sono infatti innumerevoli, ed ascoltarlo è sempre più come scoprire un tesoro che è rimasto nascosto nel tempo. Questi canadesi non smettono di stupire e lo fanno con un’opera da annoverare tra le più riuscite del loro panorama.
Già l’iniziale Five Days In May racchiude momenti di liquidi sogni che si trastullano sulle note di armonie languide e prolungate. E via via che le songs si susseguono scopriamo un ‘deja vu’ che, per nulla stantio, ci porta a crogiolarci in quello che per noi è un fantastico caleidoscopio di sonorità attraenti. E’ come osservare dalla finestra la pioggia che cade o il tramonto, cose all’apparenza usuali, ma che in realtà sono sempre ricche di fascino. Così è la musica e le sensazioni che hanno saputo elaborare i Blue Rodeo e non è da poco.
Vi ritroverete il rock e il country rock, le influenze di Young, Eagles & soci e tanti altri bei nomi del panorama americano. I Blue Rodeo hanno saputo però risvegliare, con quelli che sono all’apparenza gli stessi ritmi, immagini vivide e ricordi che ci hanno accompagnato negli anni e che teniamo sempre vivi nel cuore. Dark Angel sospinta dalle note del pianoforte e l’acustica e lunghissima Tell Me Your Dream in cui si innalzano voci ‘californiane’ (tra gli ospiti: Sarah McLachlan e Colin Linden). Non sto affermando che questa è una pietra miliare del rock ma alcuni pezzi sono da antologia! E’ indiscutibile che la title-track è uno degli apici del rock canadese (volete lapidare il recensore?), comunque vi giuro sono momenti indimenticabili.
Discovery 77013 (Country Rock, 1994)
Gianfranco Giudici, fonte Out Of Time n. 8, 1995
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