Spero per voi che Bob Paisley non abbia bisogno di alcuna presentazione: sarebbe come dovere spiegare ad un appassionato di scultura chi era Donatello, o ad un amante del buon vino cosa è il Barbaresco. Paisley non sarà forse un Monroe o uno Stanley, ma sicuramente il suo stile tradizionale senza contaminazioni o cedimenti ha ‘fatto tendenza’ per almeno una trentina d’anni, con schiere di musicisti di seconda e terza generazione intenti ad interiorizzare il suo suono inimitabile e non imitatorio. Provate ad ascoltare un po’ di band del Nord Europa, dove il nostro ha suonato in lungo e in largo, e troverete il suono Paisley in 8 band su 10!
Due chitarre, ‘solo’ ritmiche e ‘molto’ ritmiche, in mano a Bob e al figlio Dan, banjo pre-Keith, fiddle pre-O’Connor, contrabbasso stile rocca di Gibilterra, voci high lonesome come più non si può, con un fraseggio personalissimo e, stranamente, diverso in padre e figlio (e questo significa due diversi tipi di brividi, credetemi). Questa la ricetta di base, apparentemente semplice, se non fosse che per la sua riuscita sono necessarie, in una parola, delle palle incredibili…
Le quali palle, per la nostra gioia, sono saldamente possedute e pienamente espresse dai membri della band in questo imperdibile CD: con Bob e Dan infatti troviamo Jack Leiderman al fiddle, uno dei migliori fiddler nella più tradizionale tradizione (ex- High Country), al banjo Richard Underwood (ex-Johnson Mountain Boys, presentazione superflua… ) e il giovane Mike Paisley al contrabbasso, con l’aiuto di Bob Lundy (attualmente banjoista del gruppo) a mandolino e baritone.
Non troverete molti brani originali in questo CD, come del resto negli altri della band, ma sicuramente non potrete non apprezzare l’impronta molto personale che i nostri conferiscono a classici (trad., P.D. ecc.) come Sugar In The Gourd, Take This Hammer, Kentucky Waltz, No Letter In The Mail, o a pezzi forti del repertorio Paisley come Old Swinging Bridge o Silent Partner.
Purtroppo stile e tecnica non significano automaticamente successo, ed è ovvio che un repertorio costituito prevalentemente da pezzi altrui non può incidere sul mercato in un mondo in cui ‘novità’ è la parola d’ordine ormai da decenni. Lo stesso ‘classico’, però, può essere fonte di sbadigli o di salto sulla sedia a seconda di chi lo interpreta, e con Bob Paisley & The Southern Grass il rischio dello sbadiglio non potrebbe essere più remoto. Raccomandato.
Brandywine 1003CD (Bluegrass Tradizionale)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 28, 1995